Primo giorno: San Bernardo-Rif. Carlo Emilio
GALLERIA DI IMMAGINI; CARTA DEL PERCORSO; LE TAPPE DEL TREKKING
La Valle del Drogo
Punti di partenza ed arrivo |
Tempo necessario |
Dislivello in salita/discesa in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
Scanabecco (S. Bernardo)-Rif. Carlo Emilio |
4 h |
1100/- |
E |
Variante consigliata: Scanabecco (Olmo)-Rif. Carlo Emilio-Biv. Passo del Servizio |
5 h e 30 min. |
1520/20 |
E |
SINTESI. A San Giacomo-Filippo lasciamo la ss. 36 dello Spluga, imboccando
la strada che se ne stacca sulla sinistra (indicazioni per Olmo e san
Bernardo), e che, superato su un ponte il Liro, comincia a salire, con
diversi tornanti, raggiungendo Olmo (m. 1056).
Proseguendo sulla strada asfaltata, oltrepassiamo la centrale di san Bernardo e passiamo sul versante
opposto della valle (quello settentrionale), dove la strada ci conduce
alle prime case di San Bernardo (m. 1099). Salendo
ancora, oltre la chiesetta, incontriamo un cartello che avverte che
la strada è chiusa alla circolazione dei veicoli non autorizzati.
Lasciata qui l’automobile, quindi, utilizziamo una mulattiera
che sale diritta tagliando i prati, in direzione del nucleo di baite
di Scanabecco (m. 1242), dove troviamo i primi segnavia che ci guidano
nel cuore del paesino, fino alla chiesetta di san Rocco, posta alla
sua sommità.
Il sentiero che dobbiamo imboccare parte proprio sotto il sagrato della
chiesa, verso sinistra (ovest), ed all’inizio è poco marcato.
Attraversato un prato ed una prima selva, si fa più evidente
e comincia una lunga traversata sul fianco settentrionale della valle.
Valichiamo, così, su un ponticello le condutture della centrale,
cominciando, poi, a perdere quota di qualche decina di metri.
Incontriamo i primi prati e le prime baite e giungiamo al nucleo di Sant’Antonio (m. 1213). Proseguiamo e prima dell’alpe Caurga, presso un nucleo di baite
la mulattiera per il bacino del Truzzo (C 25, indicazione per il rifugio Carlo Emilio) si stacca sulla
destra dal sentiero principale. Prendiamo dunque a destra e saliamo sulla mulattiera ben lastricata, inanellando molti tornanti. A quota 1500, il sentiero piega decisamente a sinistra
e, dopo un breve traverso, supera un torrentello che in quel punto forma
una cascatella, per poi risalire proprio il costone, con qualche tratto
esposto (servito da corde fisse).
Segue un traverso a destra ed una nuova serie di serrati tornanti. Lasciamo
alla nostra sinistra un primo nucleo di baite a quota 1664, prima di
raggiungere l’alpe Curt de Lavazz (m. 1751) e proseguire alla
volta dell’alpe Cornera (m. 1920). Raggiungiamo così il piano dove sono collocate le abitazioni dei guardiani
della diga: utilizzando anche alcune scalette,
ci portiamo al culmine del bastione roccioso che delimita il
terrazzo del Truzzo. Raggiungiamo il limite del camminamento che
sovrasta la diga del Truzzo e troviamo un bivio, segnalato da un cartello, al quale prendiamo a sinistra, percorrendo il camminamento ed imboccando il sentiero
che parte dal suo lato opposto. Il sentiero descrive un arco che lo porta a superare
un torrentello che scende al bacino ed alcuni sistemi di roccette arrotondate.
Approdiamo, poi, ad un risalto leggermente più alto rispetto
alla quota del bacino, dove ci attende il lago Nero (m. 2150). Passiamo a destra del lago e, superato un tratto esposto, ci portiamo al rifugio Carlo Emilio del CAI di Dongo (m. 2153). Considerato che non è gestito e che non è facile procurarsi le chiavi, è giocoforza anticipare la prima parte della seconda tappa, cioè proseguire per un'ulteriore ora e mezza di cammino, salendo al bivacco Passo del Servizio, posto appena sotto il passo omonimo, in fondo al vallone del Truzzo. Dal rifugio Carlo Emilio seguiamo le indicazioni del sentiero C21, che, con qualche saliscendi, segue il lato occidentale del bacino del Truzzo, procedendo dapprima in direzione nord-ovest, poi in direzione nord ed infine in direzione nord-est, e scavalcando 5 corsi d’acqua. Superato su un ponticello il torrente principale della valle, raggiungiamo così le baite dell’alpe Truzzo (m. 2110). Pieghiamo leggermente a sinistra e, lasciate alle spalle le ultime baite, proseguiamo in direzione nord, restando sempre sul lato destro (per noi) della valle. Il sentiero, superato un valloncello, si avvicina al torrente di fondovalle, per poi tornare ad allontanarsene su un terreno un po’ acquitrinoso (m. 2168). Sempre tenendo la direzione nord, il sentiero sale un po’ più deciso su un versante di magri pascoli
fino ad un dosso che adduce ad una sorta di stretto vallone fra le rocce appena a destra del torrente principale. Superata con la dovuta prudenza questa scorbutica fascia di rocce (con un passaggio in una sorta di canalino: attenzione, soprattutto con terreno bagnato!), ci affacciamo alla parte superiore della valle e, piegando leggermente a sinistra, tagliamo, guidati dai segnavia su alcuni massi, la conca dello Zocòn, occupata da neve anche ad inizio luglio. Lasciamo alla nostra sinistra la traccia per la salita al pizzo Quadro e, mantenendo la direzione nord, con qualche svolta siamo ad un singolare corridoio erboso pianeggiante, che percorriamo volgendo decisamente a destra (direzione est): si tratta del Pian di Valsèn, a sud-ovest del Motto Alto.
Il corridoio termina al passo del Servizio (m. 2584), che si affaccia sull’ampia fascia dei pascoli alti dell’alpe del Servizio.
Scollinando dal passo verso est, in pochi minuti siamo al bivacco Passo del Servizio (m. 2550 o 2575, secondo altre indicazioni), su un pianoro poco sotto (400 metri lineari circa) il passo. |
Apri qui una fotomappa della salita dal rifugio Carlo Emilio al passo del Servizio
L'avventura parte dalla Valle del Drogo, laterale occidentale della Valle Spluga, che si apre poco a monte di San Giacomo-Filippo.
La denominazione non è tranquillizzante, in quanto il toponimo
“drogo” significa forra, orrido; tuttavia essa va riferita
non all’intera valle, ma solo alla parte terminale, dove il torrente
Drogo si guadagna faticosamente lo sbocco al Liro superando una gola
stretta ed incassata. Per il resto, invece, la valle non appare particolarmente
aspra, anzi, regala scorci gentili e, dal punto di vista botanico, assai
interessanti.
A San Giacomo-Filippo, dunque, lasciamo la ss. 36 dello Spluga, imboccando
la strada che se ne stacca sulla sinistra (indicazioni per Olmo e san
Bernardo), e che, superato su un ponte il Liro, comincia a salire, con
diversi tornanti, verso le due frazioni di mezza costa, circondata da
boschi fitti e verdissimi. Poi il bosco si apre e raggiungiamo i bei
prati di Olmo (m. 1056), ottimo terrazzo panoramico, verso est, sulla
testata della val Codera, dietro la quale è possibile scorgere
anche il pizzo Badile, nel gruppo del Màsino.
Olmo e San Bernardo
Proseguendo sulla strada asfaltata, ci addentriamo nel cuore della valle
del Drogo, fino alla centrale di san Bernardo, per poi passare sul versante
opposto della valle (quello settentrionale), dove la strada ci conduce
alle prime case di San Bernardo (m. 1099). Salendo
ancora, oltre la chiesetta, incontriamo un cartello che avverte che
la strada è chiusa alla circolazione dei veicoli non autorizzati.
Lasciata qui l’automobile, quindi, utilizziamo una mulattiera
che sale diritta tagliando i prati, in direzione del nucleo di baite
di Scanabecco (m. 1242), dove troviamo i primi segnavia che ci guidano
nel cuore del paesino, fino alla chiesetta di san Rocco, posta alla
sua sommità.
Il sentiero che dobbiamo imboccare parte proprio sotto il sagrato della
chiesa, verso sinistra (ovest), ed all’inizio è poco marcato.
Attraversato un prato ed una prima selva, si fa più evidente
e comincia una lunga traversata sul fianco settentrionale della valle.
Valichiamo, così, su un ponticello le condutture della centrale,
cominciando, poi, a perdere quota di qualche decina di metri, all’ombra
di un fresco bosco, attraversando anche un corpo franoso. Entriamo,
così, nel cuore della valle, ed il versante alla nostra sinistra
si fa sempre meno scosceso.
Incontriamo i primi prati e le prime baite, fino al bel nucleo di Sant’Antonio (m. 1213), dove si trova anche una bella chiesetta, a lato della quale
passa il sentiero. Qui troviamo anche delle croci poste a ricordo dei
contrabbandieri caduti valicando il passo di Léndine (al confine
con il territorio svizzero, e precisamente con la Mesolcina, in Canton
Ticino), più impegnativo del passo della Forcola, e per questo
meno sorvegliato. L’alpe Lendine, sopra la quale si trova il lago
Caprara (m. 2288) ed il passo di Lendine (m. 2324) è una delle
due fondamentali mete escursionistiche praticabili da chi si addentra
in valle del Drogo (C26).
Alla fine, eccoci al piccolo rifugio Carlo Emilio del CAI di Dongo, quotato 2153 metri,
ed eretto nel 1911. Da qui partono diverse possibilità di escursione
ed ascensione, ai laghi del Forato (a sud-ovest) e forato (ovest-sud-ovest),
ed ai pizzi Forato (o Pombi, m. 2967), Sevino (o Corbet, m. 3025) e
Quadro (m. 3013). Il rifugio non è gestito. Per informazioni sulle condizioni di apertura (ritiro chiavi) bisogna rivolgersi a Geronimi Ivo, tel.: 034334540 o
3280877458.
Guardando
a nord, vediamo le baite dell’alpe Truzzo (m. 2110), dalle quali
passa il sentiero C21 (prosecuzione del Trekking della Valle Spluga), che sale al passo del Servizio (m. 2584), poco
oltre il quale, a quota 2550, si trova il bivacco del Passo del Servizio.
Qui termina la prima tappa del Trekking della Valle Spluga, che, da Scannabecco al rifugio Carlo Emilio, richiede circa
4 ore, per superare un dislivello approssimativo di 1100 metri.
VARIANTE. Teoricamente il rifugio Carlo Emilio è la struttura che consente la sosta prima della seconda tappa, ma in pratica, considerato che non è gestito, se non si ha la possibilità di procurarsi le chiavi (rivolgersi a Geronimi Ivo, tel.: 034334540 o 3280877458), si può anticipare la prima parte della seconda tappa, cioè proseguire per un'ulteriore ora e mezza di cammino, salendo al bivacco Passo del Servizio, posto appena sotto il passo omonimo, in fondo al vallone del Truzzo (cfr. la relazione della seconda tappa).
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo (CNS), che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Anche le carte sopra riportate sono estratti della CNS.
Apri qui la carta on-line
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