All'ombra del pizzo Combolo, fra Val Fontana e Valle di Poschiavo
Apri qui una panoramica sul passo di Malgine e sul pizzo Combolo
PIAN DEI CAVALLI-VAL MALGINA-PASSO DI MALGINA-LACH DAL MAT
Punti di partenza ed arrivo |
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
Pian dei Cavalli-Baitello Malgina-Valle e passo di Malgina-Lach da la Regina |
4 h |
1080 |
E |
SINTESI. Dopo Sondrio lasciamo la ss 38 dello Stelvio all’altezza di San Carlo
di Chiuro (riconoscibile per la chiesa ed il ristorante S. Carlo), per
imboccare a sinistra non la strada che sale verso Chiuro, ma quella che parte alla
sua sinistra, a lato della chiesa di S. Carlo (la via S. Carlo), e che
sale verso la chiesa della Madonna di Campagna ed il cimitero di Ponte
in Valtellina. Poco oltre la chiesa, ad uno stop, proseguiamo nella
salita, imboccando la via Europa, volgendo a sinistra e raggiungendo
la chiesetta di san Gregorio Magno, sul limite occidentale di Ponte
in Valtellina. Qui dobbiamo svoltare a destra, immettendoci sulla strada
provinciale 21, Panoramica dei Castelli, che proviene da Tresivio e
prosegue per Castionetto di Chiuro; dopo un breve tratto, ignorata una
deviazione a destra, svoltiamo a sinistra, seguendo le indicazioni per
San Bernardo e la Val Fontana. Ad un bivio andiamo a destra ed entriamo in Val Fontana, passando per il ponte di Premelè e le località S. Antonio, Campello e Pian dei Cavalli. Parcheggiamo qui (m. 1537). La salita parte dalla
prima baita che incontriamo sulla nostra destra all’inizio della
piana. Alla baita sale una
carrozzabile, che diviene, poi, tratturo. Questo, dopo un breve tratto
in nel bosco di larici a monte dei prati, lascia il posto al sentiero.
Proprio all’inizio della salita, a causa di un piccolo smottamento,
c’è un passaggio che richiede attenzione; lo si può,
tuttavia, evitare risalendo, a vista, il dolce crinale disseminati di
radi larici che si trova a destra della baita, fino ad intercettare
il sentiero a monte di tale passaggio. Questo, dopo aver lambito il
torrente Malgina (che rimane sulla nostra destra, in quanto noi saliamo
sul fianco settentrionale della valle), se ne allontana ed inizia una
lunga e regolare serie di tornanti nel bosco, fino ad uscirne nei pressi
del Baitello Malgina, piccolo edificio posto a quota 1880. Il sentiero inizia ora una serie di tornanti regolari sull’ampio
fianco montuoso occupato da una fascia di pascoli (Sassi del Pastore), in direzione est. Superato un rudere di baita saliamo ad una quota di oltre 2300 metri,
e possiamo vedere la parte terminale della valle, che
ci appare come una grande conca ricoperta, in buona parte, di massi. La mulattiera si presenta ora in più punti interrotta da materiale
franoso, ed alla nostra sinistra incontriamo un grande masso, con una
scritta in vernice gialla che indica il passo Malgina. Poi mulattiera si perde, sepolta da frane e slavine scese dal
versante settentrionale della valle, e bisogna proseguire a vista,
in direzione dell’imbocco del canalino che conduce al passo. La
traversata è resa disagevole dalla natura del terreno, che spesso
ci propone fasce di sassi mobili. Alla fine ci ritroviamo sotto il passo. Un sentierino, dalla traccia
molto debole, risale un più stretto canalino che si trova a sinistra
del passo, per poi compiere un breve traverso a destra, con un tratto
un po’ esposto. Siamo così al passo della Malgina (m. 2619): una facile discesa a vista sul versante elvetico, verso destra (sud-est), porta al ben visibile Lach dal Mat (m. 2523). |
Val Malgina e pizzo Combolo
La prima valle di una certa ampiezza (dopo le minori val Fràssino e val Fredda e la selvaggia valle del Combolo) che incontriamo sulla nostra destra (est), salendo in Val Fontana, è la Val Malgina, che offre diversi elementi di interesse. Una precisazione, innanzitutto: non confondiamo questa valle retica con l’omonima e più ampia valle orobica che si apre a monte (sud) di Castello dell’Acqua (curiosamente, le due valli sono pressoché alla stessa longitudine). La Val Malgina di Val Fontana ha un orientamento da ovest ad est ed è delimitata, a sud, dal monte Còmbolo (m. 2900) e dal suo crinale occidentale, che scende fino al dosso Combolo (m. 2224), ed a nord dalla dorsale che, partendo dal pizzo Malgina (m. 2802), si sviluppa verso nord-ovest passando per la cima della Ganda Rossa (m. 2745).
Pian dei Cavalli
Un tracciato militare la percorreva quasi interamente, giungendo fin
nei pressi del terminale passo di Malgina, che guarda sulla parte alta
della Val Saiento (prima laterale occidentale della Valle di Poschiavo,
in territorio Svizzero). Di questo tracciato restano numerosi tratti,
mentre altri sono stati invasi dai magri pascoli e ridotti a sentiero.
Nonostante ciò, la via per salire in valle, proprio per questa
origine, ha un andamento estremamente regolare, il che rende il cammino
meno faticoso. La mulattiera militare, costruita durante la Prima Guerra
Mondiale, si spiega tenendo presente i timori strategici dello Stato
Maggiore italiano: gli
Austriaci, si pensava, avrebbero potuto violare la neutralità
della Svizzera e quindi tentare una manovra di aggiramento delle linee
italiane, sul fronte dello Stelvio, proprio passando per la Valle di
Poschiavo. Di qui la necessità di presidiare i passi che danno
su questa valle. Oggi questi timori sono solo un lontano ricordo, ma
suscita ancora una strana impressione pensare che questi luoghi, così
legati ad un’idea di pace immota e profondissima, siano stati,
in passato, toccati dalle opere della guerra.
Per salire in valle si parte dal Pian dei Cavalli, e precisamente dalla
prima baita che incontriamo sulla nostra destra all’inizio della
piana, che si stende ad una quota di 1537 metri. Alla baita sale una
carrozzabile, che diviene, poi, tratturo. Questo, dopo un breve tratto
in nel bosco di larici a monte dei prati, lascia il posto al sentiero.
Proprio all’inizio della salita, a causa di un piccolo smottamento,
c’è un passaggio che richiede attenzione; lo si può,
tuttavia, evitare risalendo, a vista, il dolce crinale disseminati di
radi larici che si trova a destra della baita, fino ad intercettare
il sentiero a monte di tale passaggio. Questo, dopo aver lambito il
torrente Malgina (che rimane sulla nostra destra, in quanto noi saliamo
sul fianco settentrionale della valle), se ne allontana ed inizia una
lunga e regolare serie di tornanti nel bosco, fino ad uscirne nei pressi
del Baitello Malgina, piccolo edificio posto a quota 1880, ristrutturato
nel 1996 dai Cacciatori del Settore n. 4 di Val Fontana e Val d’Arigna (termine che deriva da “lariana” e, quindi, da “larix”, cioè larice),
con il patrocinio dei comuni di Chiuro e Ponte (gran parte della Val
Fontana è in territorio del comune di Chiuro). Una
sosta al baitello, dal momento che siamo in cammino da un’ora,
o poco meno, ci permette di gustare un panorama già interessante;
in particolare, se guardiamo verso ovest, noteremo, in primo piano,
sul versante opposto della Val Fontana, la piramide del pizzo Calino
(m. 3024), sul fianco settentrionale della Val Vicima, mentre alla sua
sinistra, in secondo piano, appare la vetta di Rhon (m. 3137), culmine
della testata della medesima valle.
Apri qui una panoramica sulla Val Fonrana dalla Val Malgina
Il sentiero inizia ora una serie di tornanti regolari sull’ampio
fianco montuoso occupato da una fascia di pascoli, in direzione est:
guadagniamo, così, progressivamente quota, ma, sotto di noi,
resta sempre in vista il baitello, che si fa sempre più piccolo,
finché approdiamo ad un primo terrazzo, nel quale il pascolo
lascia progressivamente il posto ad una grande ganda. Si tratta dell’ampia
fascia denominata “Sassi del Pastore”, che occupa la parte
medio-alta della valle. Siamo ad una quota approssimativa di 1950 metri,
e troviamo anche il rudere di un baitello utilizzato dai pastori che
un tempo salivano in valle (oggi regna, qui, una solitudine pressoché
incontrastata ed un silenzio quasi irreale, rotto solo dai fischi delle
marmotte o dal rotolare di qualche sasso per il passaggio dei camosci
o per il processo di disgelo). Si può vedere anche un grande
masso, sotto il quale potrebbero trovare ricovero, in caso di necessità,
tre o quattro persone. La mulattiera presenta, in un breve tratto, una
caratteristica struttura a ponte, cioè corre per qualche metro
leggermente rialzata rispetto al livello del pianoro, per
superare una zona acquitrinosa, dove i pezzi di artiglieria avrebbero
potuto impantanarsi.
Dobbiamo salire ancora un po’, ad una quota di oltre 2300 metri,
prima di dominare con lo sguardo la parte terminale della valle, che
ci appare come una grande conca ricoperta, in buona parte, di massi.
Vi distinguiamo facilmente l’intaglio del passo di Malgina (m.
2618), che conduce in alta Val Saiento, prima laterale meridionale della
Valle di Poschiavo, in territorio elvetico. Alla nostra destra, si impone
allo sguardo la massiccia e severa parete settentrionale del pizzo Combolo,
mentre alla nostra sinistra si mostra il più tranquillo crinale
che si articola dalla cima di Ganda Rossa al pizzo Malgina. Volgendo
lo sguardo alle nostre spalle, infine, vediamo di nuovo la vetta di
Rhon, mentre alla sua destra appare, dietro il pizzo Calino, l’alta
costiera che, passando per la cime di Forame (m. 3058), culmina nella
punta Painale (m. 3248).
Apri qui una fotomappa del sentiero che sale al passo di Malgina
La mulattiera si presenta ora in più punti interrotta da materiale
franoso, ed alla nostra sinistra incontriamo un grande masso, con una
scritta in vernice gialla che indica il passo Malgina. Qualche decina
di metri più in alto, su un altro masso è segnata la scritta
“Lach”. Qui siamo ad un bivio, e dobbiamo scegliere se proseguire
in direzione del passo, oppure salire il ripido versante alla nostra
sinistra fino alla bocchetta che dà sulla Valle dei Laghi, posta
immediatamente a nord della Val Malgina. In
entrambi i casi, il cammino si fa, da qui in poi, più faticoso,
perché non esiste un tracciato preciso che ci possa aiutare.
Esaminiamo entrambe le possibilità.
Proseguendo in direzione del passo, troviamo ben presto una sgradevole
sorpresa: la mulattiera si perde, sepolta da frane e slavine scese dal
versante settentrionale della valle, e ci tocca di proseguire a vista,
in direzione dell’imbocco del canalino che conduce al passo. La
traversata è resa disagevole dalla natura del terreno, che spesso
ci propone fasce di sassi mobili. Alla fine, però, con un po’
di pazienza, ci ritroviamo sotto il passo. Un sentierino, dalla traccia
molto debole, risale un più stretto canalino che si trova a sinistra
del passo, per poi compiere un breve traverso a destra, con un tratto
un po’ esposto. Possiamo anche salire per il canalino principale,
che scende direttamente dal passo (attenzione, però, ai sassi
mobili, soprattutto se siamo compagnia; per prudenza, evitiamo di trovarci
nella verticale di chi sta sopra e prestiamo la dovuta attenzione per
non far rotolare sassi verso il basso).
Apri qui una panoramica della zona del Lach dal Mat
Le nostre fatiche, raggiunto il passo di Malgina (m. 2619), sono ampiamente ripagate: sul versante dell’alta Val Saiento si apre, infatti, un panorama stupendo, che mostra, in primo piano, l’incantevole Lago del Matt (Lagh dal Mat). In lontananza scorgiamo, oltre la dorsale Mortirolo-Monte Padrio, che separa la provincia di Sondrio da quella di Brescia, il gruppo dell’Adamello. Siamo in cammino da circa tre ore e mezza, ed abbiamo superato un dislivello di circa 1080 metri, ma l’escursione non può terminare qui: in una decina di minuti, infatti, con facile discesa a vista, raggiungiamo le rive del lago, posto ad una quota di 2523 metri e circondato da un suggestivo sperone roccioso a nord-est a da alcuni specchi d’acqua minori a sud-ovest. Se, dalle rive del lago, volgiamo lo sguardo a nord possiamo distinguere chiaramente, a destra del passo, il profilo del pizzo Malgina. Proseguendo per un breve tratto su facili balze erbose scendendo in direzione sud giungiamo in vista di un secondo lago, il lago della Regina (Lagh da la Regina, m. 2417), al quale possiamo scendere su traccia di sentiero, oppure procedendo a vista.
Apri qui una fotomappa della discesa dal passo di Malgina al Lagh da la Regina
PIAN DEI CAVALLI-LACH DAL MAT-PRATO VALENTINO
Punti di partenza ed arrivo |
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
Pian dei Cavalli-Baitello Malgina-Valle e passo di Malgina -Lagh dal Mat e da la Regina - Passo di Meden - Prato Valentino
|
7 h |
1150 |
E |
Apri qui una fotomappa della traversata dal Lach dal Mat al passo del Meden
Se abbiamo a disposizione un’automobile a Prato Valentino (m. 1700, sopra Teglio), oppure se vogliamo dormire presso la Baita del Sole, per poi rientrare in Val Fontana sfruttando il Sentiero del Sole, possiamo concludere l’escursione con un’elegante traversata che ci riporta in territorio italiano sfruttando il passo del Meden. Al lago della Regina troviamo, infatti, un cartello che segnala una duplice direttrice per la prosecuzione della discesa, quella per l’alpe di Pescia Alta (m. 2054) e quella per il passo del colle d’Anzana (m. 2224). Seguendo questo secondo sentiero, che scende un po’ per tagliare il versante montuoso che costituisce l’estrema propaggine dello spigolo di sud-ovest del pizzo Combolo, possiamo risalire, dall’altra parte, verso destra (sud-ovest), fino alla larga sella del passo di Meden o Medel (m. 2438), rientrando, così, in territorio italiano. Proseguendo verso sud-ovest, troviamo il sentiero che scende ad intercettare la mulattiera militare proveniente dalla parte alta del lungo dosso erboso sopra Prato Valentino. Seguendola verso destra (sud-ovest), intercettiamo, a quota 2291, sulla costa che scende dal monte Brione (da “braida”, “prato”, ma anche “luogo selvaggio”), la pista che proviene da Prato Valentino, cui giungiamo, infine, dopo una facile discesa. La traversata Pian dei Cavalli-Prato Valentino, per il passo Malgina, richiede circa 7 ore, e comporta un dislivello di circa 1150 metri.
ANELLO VAL MALGINA-VALLE DEI LAGHI
Punti di partenza ed arrivo |
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
Pian dei Cavalli-Baitello Malgina-Valle Malgina - Passo dell'Asino - Lago Gelato - Valle dei Laghi - Pian dei Cavalli |
6 h |
1150 |
EE |
Apri qui una fotomappa della salita dalla Val Malgina al Passo dell'Asino
Facciamo però, ora, un bel balzo indietro, e torniamo al grande masso in alta Val Malgina, con una scritta in vernice gialla che indica il passo Malgina. Qualche decina di metri più in alto, su un altro masso è segnata la scritta “Lach”. Da qui può partite la seconda possibilità, vale a dire la traversata alla Valle dei Laghi. Questa avviene lasciando il sentiero per il passo di Malgina e risalendo il ripido versante erboso a sinistra (per chi sale, cioè a nord) della mulattiera, descrivendo un arco verso sinistra, in direzione dell’evidente sella erbosa posta sul crinale che separa le due valli, a destra della cime di Ganda Rossa. Non c’è un vero e proprio sentiero: qua e là se ne incontrano sporadiche tracce, così come si possono trovare gli sporadici segnavia dell’Alta Via della Val Fontana (costituiti da un triangolo rosso con bordo giallo). Senza seguire una direzione obbligata, ma cercando l’itinerario che eviti i punti di maggiore pendenza, alla fine, con fatica, ci affacciamo alla Valle dei Laghi, dalla sella del passo dell'Asino (buchèl de l'Asen), quotata di 2687 metri. Si impone subito allo sguardo il più grande dei laghi che danno il nome alla valle, cioè il Lago gelato (Lac Gelt, a quota 2480 metri).
Apri qui una fotomappa della discesa dal passo dell'Asino alla Valle dei Laghi
La discesa in questa valle richiede attenzione e prudenza, perché sfrutta un ripido canalone erboso sulla parte sinistra, detritico su quella destra. Disceso il canalone, approdiamo ad una ganda che, percorsa in direzione est-nord-est, cioè tendendo a destra, ci porta sulla soglia del gradino della conca che ospita il Lago Gelato (m. 2486). Scendiamo, ora, verso sinistra, costeggiamo la riva occidentale (di sinistra, per noi) del lago ed affacciamoci, presso il punto nel quale esce l’emissario del lago, ad un pendio che conduce ad un largo dosso, nel centro della valle; scendendo per il pendio, su terreno occupato da sfasciumi e sparuti pascoli, portiamoci a sinistra del dosso, affacciandoci al gradino inferiore della valle, occupato da due laghi Gemelli, a quota 2309.
La testata della Valmalenco vista dal passo dell'asino
Con facile discesa, verso destra o verso sinistra, ci portiamo sulla riva meridionale del primo dei due, traversando, poi, facilmente all’altro, nei cui pressi troviamo anche il rudere di un baitello. Poco sopra il rudere, corre il facile sentiero che, percorso verso sinistra, ci consente un’agevole discesa all’alpe Arasé (termine probabilmente connesso con “rasura”, cioè terreno spianato, piano; m. 1939). Dal limite inferiore dei prati dell’alpe parte il comodo sentiero che conduce al fondovalle, a monte del Pian dei Cavalli.
Il Lago Gelato
Percorrendo la carrozzabile verso sinistra, possiamo, quindi, alla fine tornare all’automobile, al Pian dei Cavalli, dopo una traversata che richiede circa 6 ore di cammino e che comporta un dislivello approssimativo di 1150 metri.
Apri qui una panoramica del primo dei due laghi Gemelli
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