Sopra la Valletta
ESCURSIONI A TRAONA - CARTA DEL PERCORSO - GOOGLE MAP 1, 2
Punti di partenza ed arrivo |
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
Valletta-S. Apollonia-S.Caterina-Valletta |
1 h e 30 min |
170 |
T |
Apri qui una fotomappa della Costiera dei Cech
La
frazione della Valletta (m. 206) è la più importante di
Traona, ed è la prima che si incontra, sulla destra, percorrendo
la strada provinciale Valeriana Occidentale, dal ponte sull’Adda
all’uscita di Morbegno verso Traona, dopo il primo tratto, in
cui questa corre stretta fra i roccioni del versante montuoso, a destra,
ed il fiume Adda, a sinistra.
Deve il suo nome alla valletta che scende dal monte in prossimità
del suo limite orientale. Ha sempre conservato una propria gelosa identità,
di cui è, di recente (1980), diventata immagine anche la nuova
chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria, impreziosita dall’artistico
portale dello scultore Abram, di Delebio. È significativo, però,
ricordare che la prima pietra di tale chiesa è stata tolta dalla
cella campanaria della patronale di Traona, S. Alessandro, per sottolineare
il forte vincolo fra la comunità della Valletta e la comunità
madre di Traona.
Possiamo visitarla, cogliendo l’occasione per una simpatica camminata
che sfrutta la mulattiera per S. Apollonia. Portiamoci, dunque, sulla
strada provinciale Valeriana, prendendo a sinistra dopo il ponte sull’Adda
all’uscita settentrionale di Morbegno; lasciamola, però,
al primo svincolo a destra, che troviamo, subito dopo una curva a destra,
all’ingresso del lungo rettilineo che conduce alle porte di Traona.
Svoltiamo, poi, subito a sinistra, e lasciamo l’automobile nel
parcheggio non lontano dalla nuova chiesa della Beata Vergine Maria,
per poi incamminarci in direzione opposta (est), percorrendo una via
che, per un tratto, corre, a pochi metri di distanza, parallela alla
strada provinciale.
Passiamo, così, a sinistra di un edificio sulla cui facciata
si trova un dipinto di Madonna con Bambino.
Poi la strada volge a sinistra e, dopo una breve salita, conduce al
ponte sulla valletta, che imbocchiamo, sulla destra, immettendoci sulla
via S. Apollonia. Qui, sulle pareti degli edifici rustici, troviamo
un secondo dipinto e l’indicazione “Per S. Apolonia e Corlazio”.
Comincia da qui la salita a S. Apollonia. Alla stradina in asfalto si
sostituisce, ben presto, un tratturo, che entra in una selva e diventa
mulattiera. Prima di immergerci nell’ombra delle piante, gettiamo
uno sguardo al fondovalle, sotto di noi: è assai interessante,
infatti, osservare il corso del fiume Adda, che, dopo essere stato costretto
quasi a lambire il versante retico, sospinto a nord dal grande conoide
del fiume Bitto, taglia quasi in diagonale la piana, riportandosi più
vicino al versante sud. Da qui si vede bene anche il curioso isolotto,
interamente ricoperto da una selva, che il fiume forma dividendosi,
per un breve tratto, in due rami.
Nella selva ci attende (non c’era da dubitarne) una cappelletta,
che, sulla destra della mulattiera veglia sui passi del viandante. Poi
incontriamo alcuni tornanti: il fondo della mulattiera è assai
buono, in grisc (una sorta di mosaico sapiente di ciottoli arrotondati).
Dopo un tornante sinistrorso, ecco un grande edificio ormai diroccato,
una dimora che doveva essere di una certa importanza, anche se ormai
è quasi soffocata dalla vegetazione. Pochi passi ancora, e ci
ritroviamo fra le baite di S.
Apollonia, raccolte intorno alla chiesetta di origine secentesca, completata
nel secolo XVIII (m. 356).
Vicino alla chiesetta si trova un bel lavatoio, diviso in due settori,
che testimonia della vita che doveva animare questo nucleo nel tempo
passato. Una vivacità testimoniata anche dal dipinto di una Madonna
incoronata con Bambino, sulla facciata di una delle baite. Di questa
vita, ora, resta solo una flebile eco, perché il silenzio di
una profonda solitudine sembra aver preso di nuovo possesso di questi
luoghi, rotto solo da qualche rara pausa di grande animazione (come
quella rappresentata dalla camminata del marzo 2006, all’insegna
del “ciamà l’erba” nella Costiera dei Cech”
e della parola d’ordine: fra i Cech la primavera arriva prima).
La camminata, però, non si chiude qui: dobbiamo salire alla vicina
e più antica chiesetta di S. Caterina di Corlazzo. Per farlo,
ci basta seguire la mulattiera, che, poco sopra, si divide in due rami.
Entrambi portano alla strada asfaltata che si stacca da quella Traona-Mello e si conclude alla frazione di Corlazzo. Prendiamo il ramo di destra,
che ci porta proprio alla chiesetta, recentemente recuperata dal suo
stato di abbandono. Chiesetta più antica, si diceva: risale,
infatti, almeno al secolo XV, ed è pure quattrocentesco il dipinto
dell’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele a Maria che possiamo
osservare sulla sua parete nord. Quegli strani segni e simboli di cui
è costellato non appartengono alla fantasia del pittore, ma sono
opera della vena dissacratoria di quei soldati Lanzichenecchi che passarono
anche di qui, fra il 1629 ed il 1630, nel contesto della Guerra dei
Trent’Anni, portando una terribile epidemia di peste che dimezzò
la popolazione dell’intera Valtellina.
Il punto più alto della camminata l’abbiamo raggiunto (m.
375): ora comincia la discesa. Seguiamo la strada asfaltata verso sinistra,
incontrando il ponte sulla Valletta. Poco oltre, imbocchiamo la strada
asfaltata che se ne stacca sulla sinistra e, dopo un tornante destrorso,
diventa un tratturo di cemento che scende, fra selve e vigneti, alla Valletta. Tornati alla frazione, ci dirigiamo verso la chiesa e recuperiamo,
dopo circa un’ora e mezza di cammino, l’automobile (il dislivello
in altezza superato è davvero alla portata di tutte le gambe:
170 metri circa).
Questo anello può essere sfruttato anche dagli amanti della mountain-bike.
A costoro, però, suggerisco un anello un po’ più
ampio. Dalla chiesa della Valletta prendiamo verso ovest, fino a raggiungere
la frazione di Coffedo, salendo poi ad intercettare la strada che da
Traona porta a Mello. Percorriamo, poi, una lunga diagonale, fino al
primo tornante sinistrorso, dove la lasciamo, prendendo a destra (via
Somagna) e proseguendo nella salita fra splendidi vigneti. Raggiungiamo,
così, lo svincolo che scende alla Valletta, prima indicato come
via per il ritorno nella camminata; noi, però proseguiamo, varchiamo
la valletta sul ponte e ci portiamo a S. Caterina. Da qui, sfruttando
il sentierino che parte, sulla destra, appena dopo la chiesetta, scendiamo
a S. Apollonia. La mulattiera sopra descritta ci riporta, alla fine,
alla Valletta. Un giro tranquillo e piacevole, soprattutto in autunno,
inverno e primavera.
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line
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