La traversata retica da Sondrio a Tirano. Sesta semitappa: da Bratta a Tirano
1. Trippi-Prasomaso |
2. Prasomaso- S.Bernardo |
3-S.Bernardo-S.Antonio |
4-S.Antonio-La Piana |
5. La Piana-Bratta |
6. Bratta- Madonna di Tirano |
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la mappa on-line
Sesta ed ultima semitappa: la grande traversata retica si conclude, percorrendo un ultimo tratto nei boschi sopra Villa di Tirano ed effettuando una lunga discesa che termina al santuario della Madonna di Tirano.
Partiamo, dunque, dal piccolo cimitero di Bratta: poco oltre troviamo, su una baita, l’indicazione della contrada Valbuzzi. Saliamo ancora per un tratto, lungo la strada asfaltata, fino al tornante sinistrorso: qui ce ne stacchiamo, sulla destra, seguendo un tratturo con fondo in cemento, che sale fra alcune baite, che fanno sempre parte della contrada Valbuzzi (m. 1038), dove troviamo anche una fontana, nel caso fossimo a corto di acqua. | |
Proseguiamo salendo diritti: | |
al fondo in cemento si sostituisce quello in erba, | |
quando passiamo di fronte alla baita della località Bongetti (m. 1122). | |
Poi, dopo aver goduto di un ottimo scorcio su Tirano, | |
entriamo all’ombra di un bel bosco: oltrepassata una croce, la pista prosegue ancora per un tratto, sempre in direzione nord-est, prima di terminare in una piazzola e lasciare il posto ad un sentiero. | |
Ci addentriamo, così, in un bosco più fitto, | |
nel quale anche il sole più agguerrito fatica a conquistare qualche spiraglio | |
dal quale far balenare | |
le sue lame di luce. | |
Non ce ne accorgiamo, ma abbiamo superato il confine che separa i comuni di Bianzone e di Villa di Tirano; quello di cui ci accorgiamo è che ci stiamo approssimando al cuore della valle. In un paio di punti le corde fisse | |
ci aiutano a superare con maggiore tranquillità | |
passaggi un po’ esposti in discesa, | |
mentre in un tratto la scalinatura agevola notevolmente il nostro passo. | |
Il cuore della valle, alla fine, si rivela, ma per raggiungerlo dobbiamo affrontare, dopo aver aggirato uno speroncino roccioso, un tratto di discesa piuttosto ostico: una pianta caduta di traverso sul sentiero si rivela, anzichenò, un prezioso ausilio, unitamente alle corde fisse, per diminuire il rischio di scivolare in un piccolo crinale di terra smottata. | |
Alla fine, eccoci nell’umido cuore della valle Maggiore, a circa 1100 metri: | |
attraversato il piccolo corso d’acqua, troviamo ben presto, sull’altro versante, un piccolo strappo, elegantemente scalinato, | |
che ci porta ad intercettare un sentiero che, percorso verso destra, ci porta a luoghi più ameni. Lo scenario cambia molto rapidamente: dalle ombre inquiete della valle, eccoci ai bei prati che annunciano il maggengo di Stavello. | |
Ancora qualche passo, ed ecco, infatti, le prime baite (m. 1157), | |
superate le quali | |
giungiamo in vista della strada sterrata, che sale al maggengo dalla frazione Ragno di Villa di Tirano. | |
Se dobbiamo scendere a Villa, possiamo sfruttare questa strada, o anche, con percorso più diretto, percorrerla per un buon tratto ma lasciarla alla prima pista che se ne stacca, sulla destra, per raggiungere, così, le baite Piazzi, dalle quali una ripida mulattiera cala proprio sul centro del paese, a poca distanza dalla chiesa parrocchiale. Torniamo al Sentiero del Sole, | |
che non percorre la strada sterrata, ma sale in diagonale, tagliandola in un paio di punti, | |
fino ad intercettarla, dopo un breve percorso in una selva, | |
nel punto conclusivo (m. 1200 circa). | |
Qui parte, sulla sinistra, un sentiero che sale ai prati di Sasso Lughina (m. 1418), dai quali, percorrendo verso destra una comoda pista, possiamo raggiungere l’alpe Lughina, sul confine italo-svizzero. Noi, invece, imbocchiamo il sentiero di destra, che, superato il rudere di una baita, | |
sale con un traverso piuttosto ripido, | |
nel cuore di un bosco che mostra le ferite evidenti di un incendio. | |
In questo tratto la scalinatura | |
rende meno faticosa la salita. | |
Raggiungiamo, così, il punto più alto di questo tratto, a quota 1320 metri circa, | |
per poi aggirare un dosso e cominciare a scendere (il primo tratto della discesa è servito da corde fisse, poiché, pur essendo il sentiero piuttosto largo, è sospeso su uno speroncino dirupato). | |
Raggiunto il cuore di una vallecola, proseguiamo districandoci sul fianco roccioso sovrastante il versante denominato Buco dell’Orso. | |
Il Sentiero del Sole ha il pregio di farci conoscere tutti i diversi volti del bosco, ameno, fresco, ombroso, inquietante, magico, luminoso. Quest’ultimo tratto ci riserva l’esperienza un po’ desolante dell’incontro con il volto più spettrale del bosco, il volto, oserei dire, cadaverico: | |
qui i segni dell’incendio si moltiplicano, nella vegetazione disordinata | |
e nel moltiplicarsi degli scheletri di albero | |
che sembrano protendere vanamente le braccia impietrite dal dolore che li ha consumati, e ancora li condanna ad una esistenza che sembra sospesa fra la vita e la morte. | |
E’ solo un breve tratto, perché, improvviso ed inatteso, il muraglione di una strada annuncia che anche questo tratto di sentiero si conclude. | |
Eccoci, infatti, sulla strada militare che dalla frazione Ragno di Villa di Tirano sale all’alpe Lughina, con un andamento estremamente regolare. | |
Siamo ad una quota approssimativa di 1260 metri e, dopo un tratto i discesa, raggiungiamo le baite della località Piatta (m. 1223). | |
E’ solo l’inizio della lunga discesa: oltrepassata Piatta, incontriamo Romaione (m. 1109, a 4 chilometri dalla contrada Ragno) e, un chilometro dopo, la bellissima piana di Novaglia (m. 890), | |
ottimo terrazzo panoramico, | |
dove, sulla prima baita, troviamo anche una bella meridiana. | |
Sul limite inferiore della piana scorgiamo una grande croce che, illuminata di notte, è ben visibile da Tirano. | |
Scendendo ancora, incontriamo, quasi appartata, sulla nostra destra, la chiesetta di San Sebastiano (m. 735). | |
L’ultimo tratto della discesa avviene all’ombra di un bel bosco di ontani neri, betulle e castagni. | |
Lasciato il bosco, raggiungiamo le case più alte della frazione, | |
dove parte, sulla sinistra, un tratturo che sale allo xenodochio di Santa Perpetua, chiesetta che merita un’attenta visita e che rappresenta un ottimo balcone panoramico su Tirano, ed in particolare sul Santuario della Madonna di Tirano. | |
Ed è
proprio al santuario che termina quest’ultima semitappa, e
con essa il Sentiero del Sole. Siamo in cammino da circa quattro ore, ed abbiamo superato un dislivello in salita di circa 340 metri. |
Sarebbe, dunque, questo il momento delle note di bilancio, ma è
più giusto che ciascuno le tragga da sé, dopo aver deciso
di effettuare una traversata che merita di essere aggiunta fra i più
classici percorsi escursionistici di cui le montagne di Valtellina non
sono avare.
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