La traversata retica da Sondrio a Tirano. Quinta semitappa: dalla Piana a Bratta
Punti di partenza ed arrivo |
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
Agriturismo "La Piana"-Valle di Boalzo-Piazzeda-Valle di Bianzone-Bratta |
2 h |
160 |
E |
Eccoci, dunque, di nuovo in cammino, per questa
quinta semitappa che, partendo dall’agriturismo “La Piana”,
apre la terza ed ultima giornata di marcia sul Sentiero del Sole. Anche
questa semitappa non comporta alcun problema, e riserva pregevoli scorci
paesaggistici, per la gioia degli occhi più esigenti.
Proseguendo oltre l’agriturismo sulla medesima pista sterrata
che ci ha permesso di raggiungerla, saliamo fino a circa quota 1300,
fino ad una svolta a destra, in corrispondenza della quale la pista
comincia a scendere. Il sentiero, però, segue una direttrice
un po’ più breve: presso un paio di baite che si incontrano
sulla destra, a lato della pista, taglia deciso i prati sottostanti
e, dopo un breve tratto nel bosco, intercetta la pista più in
basso.
Effettuiamo una svolta a sinistra e, superata una baita a lato della
pista, scendiamo fino al successivo tornante destrorso: qui, invece
di proseguire nella discesa, ci stacchiamo dalla pista, sulla sinistra,
in corrispondenza di una fontana, per seguirne un’altra che ci
porta verso il cuore della valle di Boalzo (da “bos”, bue), che separa gli alpeggi sopra
Teglio da quelli sopra Bianzone. Dopo un tratto sulla pista, ce ne stacchiamo
alla prima deviazione a destra, che scende al torrente della valle,
presso la località del Dosso (m. 1273).
Una
pista più stretta prosegue sul versante opposto, cioè
di nord-est, della valle, effettuando un lungo traverso che la porta
ad intercettare, intorno a quota 1100, la strada sterrata che da Piazzeda,
frazione di Bianzone, sale verso gli alpeggi di Nemina bassa, di mezzo
ed alta. In breve, seguendo in discesa la strada, raggiungiamo il bel
paesino di Piazzeda (m. 894), dove ci accoglie l’edificio della
Scuola Elementare (ora, ovviamente, chiusa), che testimonia la vivacità
di questo centro negli scorsi decenni.
Prima di proseguire nel cammino, scendiamo a visitare la bella chiesetta,
intorno alla quale si raccoglie il nucleo più antico delle baite.
Una fresca fontana potrà anche tornarci utile, se siamo a corto
d’acqua. Torniamo un po’ più a monte e lasciamo la
strada asfaltata, che sale da Bianzone, staccandocene sulla destra e
seguendo una pista che, dopo un breve tratto, termina, per lasciar posto
ad un sentiero.
Si tratta del sentiero che, attraversando la valle di Bianzone, raggiunge
il maggengo gemello di Bratta, sul suo lato opposto e sempre in comune
di Bianzone. La valle di Bianzone ha un cuore ombroso ed un po’
inquietante, ma l’attrezzatura del sentiero ci aiuta ad affrontarlo
con animo più sereno. In molti punti il sentiero, infatti, è
pregevolmente scalinato, e nei punti esposti le corde fisse offrono
la necessaria sicurezza. Superiamo così, dopo un primo traverso,
la valle delle Gande, per poi raggiungere il solco principale della
valle, a quota 861. Attraversato
il torrente, dobbiamo sormontare l’aspro fianco di uno speroncino
roccioso, aiutati dalle corde fisse, per poi guadagnare gradualmente
luoghi più tranquilli, in un bel bosco di castagni, anche se
un paio di altri passaggi, resi più insidiosi da microsmottamenti
del terreno, sono serviti da corde fisse. Alcuni ruderi di baite, ancora
imponenti nel loro orgoglio ferito, annunciano che il maggengo di Bratta non è lontano.
Sbuchiamo, infatti, alle baite più occidentali del paesino, a
quota 973, e da qui scendiamo alla strada asfaltata che sale a Bratta
da Bianzone, appena sotto il primo cimitero e le baite della contrada
Valbuzzi.
Termina qui, dopo circa due ore di cammino, questa quinta semitappa,
la meno impegnativa, fisicamente, perché il dislivello da superare,
in salita, è, approssimativamente, di 160 metri.
Possiamo approfittare della freschezza fisica per visitare la bella
chiesetta di San Bernardo di Bratta (toponimo che deriva, forse, da "braida", "prato", o da "sbratà", "sgomberare", o, anche, dal germanico "brata", "frasca"), che raggiungiamo salendo sulla
strada principale, a 1043 metri. Si tratta di una chiesetta dedicata
ai santi Antonio e Bernardo, già citata dal vescovo Ninguarda,
nella sua visita pastorale in Valtellina del 1589, ed edificata sicuramente
qualche secolo prima. Possiamo anche proseguire alla volta dei prati
di Palfrè, ottimo balcone panoramico sulla catena orobica.
Bratta
è anche il punto di partenza di un bellissimo anello escursionistico,
che vale la pena di raccontare. Saliamo, seguendo la strada sterrata
e superando Palfrè, fino al suo termine, cioè alle baite
di Campione, a 1634 metri. Qui imbocchiamo la pista che parte da una
piazzola adibita a parcheggio, e, ad un bivio, prendiamo a destra, raggiungendo
una bella radura, che attraversiamo verso destra, fino a trovare la
partenza di un sentiero che sale nel bosco in direzione est-sud-est,
fino ad una bella pianeta. Qui svoltiamo a sinistra e saliamo, decisi,
verso nord, in un bel bosco di larici. Raggiunti i prati più
alti, proseguiamo tagliandoli verso il limite alto, fino a sormontare
il limite della fascia boschiva ed a guadagnare il limite inferiore
dei dossi erbosi dei laghetti (vi si trovano, infatti, in alcuni momenti
dell’anno, dei piccoli specchi d’acqua).
Salendo a vista, giungiamo ad intercettare il Sentiero Italia che, aggirato
il fianco del pizzo Cancano, scende verso le baite dell’alpe Frantelone
e di qui all’alpe Lughina. Seguiamolo in direzione opposta, cioè
verso sinistra, fin sotto l’evidente e facile sella del Colle
(o Collo) d’Anzana (m. 2224), passo per il quale si accede alla
val Saiento, in territorio svizzero.
Seguendo
le indicazioni di un cartello, proseguiamo per un tratto, fino a trovare
la deviazione che lascia il sentiero sulla sinistra. Imbocchiamola e,
con un’elegante discesa, tocchiamo gli alpeggi di Nemina alta
(m. 1745), Nemina di mezzo (m. 1571) e Nemina bassa (m. 1338), luoghi
veramente splendidi. Da Nemina bassa, su una comoda pista, scendiamo
a Piazzeda, per poi tornare, sfruttando il tratto del Sentiero del Sole
sopra descritto, a Bratta. Si tratta di un anello veramente interessante,
che comporta un dislivello di circa 1100 metri e circa sei ore di cammino.
Ma torniamo al Sentiero del Sole: per concluderne il cammino, apri la relazione sulla sesta ed ultima semitappa.
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la mappa on-line
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