La traversata retica da Sondrio a Tirano. Quarta semitappa: da Sant'Antonio alla Piana
Punti di partenza ed arrivo |
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
Sant'Antonio-San Gaetano-Verdomana-Agriturismo "La Piana" |
3 h |
300 |
E |
Quarta tappa e conclusione della seconda giornata di cammino:
lasciamo la Val Fontana e ci riaffacciamo sul versante retico della
media Valtellina, raggiungendo l’alpeggio di Dàlico, ai
piedi della splendida Costa di San Gaetano, e la costa che si stende
fra Teglio e Prato Valentino. Si tratta di una semitappa del tutto tranquilla,
anche se alcuni passaggi del sentiero che sale da S. Antonio a Dàlico
sono, nel periodo estivo, ostruiti da erbacce e qualche ortica ci farebbe
pagare un prezzo… scottante per la gioia di camminare in pantaloncini
corti. In questi tratti, nei quali la visuale del terreno su cui poseremo
i piedi è nascosta, è buona norma, anche, procedere, letteralmente,
con i piedi di piombo, cioè con passo pesante, battendo, con
un bastone o una racchetta, il terreno stesso, per evitare incontri
ravvicinati con qualche serpe, che sarebbero spiacevoli
per entrambe
le parti.
Ma facciamo qualche passo indietro: il sentiero che giunge da San Bernardo
tocca la strada asfaltata in corrispondenza di una curva destrorsa (per
chi sale), dove è collocato anche un cartello che segna le possibili
mete escursionistiche a partire da S. Antonio. Incamminiamoci, dunque,
sulla strada stessa, risalendo il paesino, fino a superare l’ultima
casa. Appena prima della semicurva a destra che la strada effettua lasciandosi
alle spalle il paesino, troviamo, sulla destra, l’indicazione
del punto in cui parte il sentiero per Dàlico.
Nel
primo tratto esso passa a monte di alcuni prati. Ignorata una deviazione
a sinistra, ci ritroviamo, poi, sul corpo di una frana, che attraversiamo
agevolmente, per risalire, con strette serpentine in direzione sud-est,
un dosso erboso che costituisce lo sbocco della laterale val Frassino.
Il sentiero riprende poi un andamento meno ripido e riassume l’originaria
direzione sud (destra), procedendo nel cuore di alcuni boschi che, a
tratti, immergono l’escursionista in un’atmosfera magica,
sospesa, irreale. Stiamo, oltretutto, percorrendo due sentieri in uno,
perché da S. Antonio fino quasi a Dolico il Sentiero del Sole
coincide con il Sentiero Italia (sezione Valmalenco-Val di Togno-Val
Fontana-Tirano) che, scendendo dall’alta Val Fontana (e precisamente
dal rifugio Cederna-Maffina), si dirige verso Prato Valentino e di qui
al versante montuoso sotto il passo del Mèden. Camminiamo, dunque,
in tutta tranquillità, attraversando un paio di piccoli corsi
d’acqua laterali ed ignorando alcune deviazioni che salgono alla
nostra sinistra.
Quando ormai si vede bene, davanti a noi, il lungo dosso che scende
dalla Costa di San Gaetano, in un tratto nel bosco il Sentiero Italia
ci lascia: la deviazione, alla nostra sinistra, è segnalata da
due grandi bandierine rosso-bianco-rosse disegnate su un masso, e porta,
sfruttando un sentierino per la verità assai malagevole e ben
poco visibile, nei pressi della chiesetta di San Gaetano.
Noi, invece, proseguiamo sul sentiero principale che, improvvisamente,
sbuca in un bel prato, dove spesso, d’estate, i cacciatori falciano
l’erba per farne pastura per gli ungulati. Questo è l’unico
osservatorio dal quale, gettando lo sguardo verso nord, possiamo scorgere,
anche se solo in parte, la testata che chiude la Val Fontana. Proseguiamo
ancora, in uno splendido bosco di larici, fino ad un’incantevole
radura terminale, dove una panchina attende il nostro temporaneo riposo.
Appena oltre la radura, ecco le prime belle baite della parte alta dei
prati di Dàlico. Il cartello a S. Antonio indica due ore per
giungere fin qui, ma un’ora e mezza di cammino a passo discreto
è sufficiente. Una breve pista ci porta ad intercettare la strada
sterrata che sale dalla parte bassa dei prati (a loro volta facilmente
raggiungibili, su strada asfaltata, da Castionetto di Chiuro; tale strada,
superata la contrada Maffina, passa accanto alla bella torre di cationetto,
a m. 689 – sulla sinistra, per chi sale -, già appartenuta
alla famiglia Quadrio). Davanti a noi, in direzione est, vediamo già
i bei prati di Verdomana, successiva meta del Sentiero.
Siamo a quota 1470 metri circa, ed il sentiero prosegue non seguendo
la strada sterrata, ma la mulattiera che taglia in diagonale i prati
dell’alpe. Ripresa la strada più a monte, la lasciamo di
nuovo, seguendo i segnavia che ci fanno tagliare un nuovo prato (questa
volta senza evidente traccia di sentiero), fino a raggiungere un sentierino
che corre, quasi piano, in un bel bosco. Vale però la pena effettuare
un breve fuori-programma di mezzora circa: invece di lasciare la strada
per tagliare quest’ultimo prato, seguiamola fino a raggiungere,
a quota 1550, la gentile chiesetta di San Gaetano. Potremo, fra l’altro,
approfittare della vicina fontana, nel caso scarseggiasse l’acqua.
Torniamo sui nostri passi, al punto in cui dobbiamo lasciare la strada
sterrata: attraversato il prato, percorriamo il prato, fino a raggiungere,
presso una baita, una pista sterrata che sale da destra. Se dovessimo
avere difficoltà a trovare l’itinerario sin qui descritto,
potremmo quindi sfruttare questa seconda possibilità, cioè
scendere sulla strada sterrata verso la parte bassa di Dàlico,
abbandonandola, però, alla prima deviazione a sinistra, seguendo
la pista che porta alla baita suddetta. Il
sentiero, dalla baita, prosegue in direzione del cuore della val Rogna che, a dispetto del nome, non ha nulla di inquietante o di nefasto.
Si tratta, infatti, della più gentile fra le valli attraversate
dal Sentiero del Sole. Il percorso è quasi pianeggiante, e si
snoda ad una quota che si aggira intorno ai 1520 metri.
Attraversato il piccolo corso d’acqua della valle, ci incamminiamo
sul versante opposto, dove troviamo subito una pista sterrata che, oltrepassate
alcune baite, porta, in breve, ai bellissimi prati della località Verdomana (m. 1521), dove ci troviamo di fronte ad un bivio, con un
cartello che ci conferma di essere sul Sentiero del Sole.
Alla nostra sinistra una pista attraversa i prati dell’alpe e,
tagliando a destra (ignorata una deviazione a sinistra), sale ripida
fino ad intercettare l’ultimo tornante destrorso (per chi sale)
della strada asfaltata che da Teglio porta a Prato Valentino (intorno
a quota 1600, nei pressi di una fontana): possiamo sfruttarla se decidiamo
di pernottare al ristorante-rifugio Baita del Sole (m. 1740), che raggiungiamo
percorrendo l’ultimo tratto sulla strada asfaltata, fino al limite
dei prati, poco oltre la chiesetta dedicata al santo. Qui possiamo pernottare,
prenotando al numero 0342 780140. Se, invece, vogliamo rimanere sul
tracciato del Sentiero del Sole, al bivio di cui sopra dobbiamo prendere
a destra, percorrendo una ripida pista che scende ad un tornante destrorso
(sempre per chi sale) della medesima strada Teglio-Prato Valentino,
in corrispondenza di un cartello che segnala la Baita del Sole (m. 1272).
Dobbiamo, ora, seguire per un buon tratto la strada in discesa, fino
ad incontrare una deviazione, sulla sinistra, per la località La Piana, dove si trova l’agriturismo omonimo (m. 1260). Per
essere precisi, il Sentiero del Sole si stacca dalla strada un po’
più a monte, in corrispondenza di alcune baite, ma poi confluisce
con la strada sterrata che porta all’agriturismo La Piana.
Qui possiamo pernottare, prenotando al numero 389 6779933 e tenendo
presente che la struttura dispone di tre camerette con letto matrimoniale,
è sempre aperta nel periodo compreso fra il primo luglio ed il
15 di settembre e nel resto dell’anno durante i finesettimana.
Siamo in cammino da circa tre ore ed abbiamo superato, in salita, un
dislivello approssimativo di 460 metri. Questa semitappa del Sentiero
del Sole è forse la più rilassante e paesaggisticamente
pregevole: durante l’autunno, in particolare, può regalare
suggestioni cromatiche incomparabili.
Per proseguire nel cammino del Sentiero del Sole, apri la relazione
sulla quinta semitappa.
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la mappa on-line
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