La traversata retica da Sondrio a Tirano. Seconda semitappa: da Prasomaso a San Bernardo
Punti di partenza ed arrivo |
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
Prasomaso-Valle di Rhon-San Bernardo |
2 h |
300 |
E |
Ed eccoci, ritemprati dalla pausa ristoratrice, pronti per la
seconda semitappa, che ha come meta San Bernardo di Ponte, dove si chiude
la prima giornata del Sentiero del Sole (nell’ipotesi di una tre
giorni; una due giorni, invece, deve concludersi più avanti,
al rifugio Erler di Val Fontana). In questo tratto, come nei diversi
successivi, avremo modo di apprezzare l’eccellente lavoro di pulizia,
attrezzatura ed anche scalinatura effettuato dalle circa 600 persone
coinvolte nella lodevole attività di volontariato che, sotto
il coordinamento del CAI, ha reso possibile il varo di questa lunga
traversata.
A pochi metri di distanza dal punto di arrivo, leggermente più
in basso, sulla strada Prasomaso-Boirolo, il sentiero riparte, percorrendo
per un breve tratto una pista che sale nel bosco (qui, come lungo tutto
il tracciato, uno sguardo attento alla ricerca dei segnavia bianco-rossi
ci evita errori). Dopo una breve e ripida salita, ci stacchiamo sulla
destra dalla pista per imboccare un bel sentiero, che inizia una lunga
traversata lungo il fianco occidentale della valle di Rhon.
Procediamo all’ombra tranquilla di un bel bosco di abeti, ma,
quando tutto sembra far presagire un cammino di assoluto riposo, alcuni
passaggi ostici ci impongono cautela ed attenzione. Innanzitutto l’attraversamento
di un vallone occupato da materiale franoso: qui dobbiamo procedere
piano, perché il terreno tende a cedere sotto i nostri piedi,
anche se la pendenza del vallone non è tale da mettere davvero
paura. Poco oltre, è un valloncello ben più modesto ma
con un passaggio esposto ad imporci una rinnovata attenzione. Avanti,
ancora, fino ad una fascia di roccette un po’ esposte: qui le
corde fisse ci aiutano a superare in sicurezza anche questo passaggio.
Possiamo quindi metterci in una disposizione d’animo più
tranquilla: non ci sono ulteriori passaggi ostici, e qualche bello squarcio
panoramico che il sentiero ci regala sulla bassa val di Rhon allieta
ulteriormente il nostro spirito. La valle è una delle meno conosciute
e frequentate del versante retico della media Valtellina, anche se,
nella sua parte alta, costituisce il punto di passaggio obbligato per
gli scalatori che si pongono come meta la vetta di Rhon (m. 3136).
Torniamo al nostro percorso, che improvvisamente piega a destra ed inizia
una ripida discesa, con alcuni tornanti, sul largo dosso di Len, alla
volta del più alto gruppo di baite della bassa val di Rhon. Raggiungiamo,
così, il prato delle baite, a quota 1090, e ne attraversiamo
la parte alta, passando proprio davanti a queste silenziose testimoni
di un passato che sembra assopito più che morto. Lasciato il
prato, riprendiamo a scendere su una mulattiera più larga, che
si fa pista sterrata, fino a raggiungere il punto in cui possiamo guadare
il torrente Rhon. Sul lato opposto ci immettiamo in una seconda pista,
che seguiamo per un breve tratto in discesa, finché, in corrispondenza
di due nuove baite, scorgiamo, sulla nostra sinistra, il segnavia che
segnala il punto di ripartenza del sentiero, che sale ora sul fianco
orientale della valle. Ci siamo abbassati, così, di circa 250
metri rispetto al punto di partenza (siamo ad una quota approssimativa
di 990 metri), ed ora dobbiamo riguadagnarne altrettanti prima di giungere
alla meta, l’agriturismo “Al Tiglio”, posto alla sommità
dei prati di San Bernardo.
Prima
di raccontare la seconda parte di questa semitappa, due incisi: il primo
per segnalare che, seguendo l’una o l’altra delle piste
menzionate, possiamo riguadagnare, in caso di necessità, il fondovalle
(la seconda, sul lato est della valle, raggiunge la strada che da Ponte
in Valtellina sale verso la Val Fontana o San Bernardo); il secondo
per far presente che chi volesse evitare i passaggi ostici sopra descritti,
potrebbe chiudere la prima giornata del Sentiero scendendo a Tresivio,
per poi riprendere il cammino, il secondo giorno, proprio dalle baite
della bassa val di Rhon, salendo dalla pista sterrata di cui parliamo,
oppure direttamente da San Bernardo.
Ma torniamo a noi. Il sentiero comincia a salire, con qualche strappo
un po’ faticoso. In un passaggino su roccia leggermente esposto
ritroviamo un opportuno corrimano metallico. Alla fine ci ritroviamo
su una pista che conduce alla località Brizzot, poco sotto San
Bernardo, all’ombra di un bellissimo bosco di conifere. Non dobbiamo
però seguirla interamente, ma prestare attenzione al segnavia
che, nei pressi di una fontanella, ci indica un sentiero che se ne stacca
sulla sinistra e sale nel bosco, intercettando ben presto una mulattiera
più larga. Salendo, troviamo anche un piolo di legno con i colori
bianco-rossi, separati da un rombo nero, e la sigla del CAI. La ripida
salita ci fa passare alla sinistra del vecchio edificio della Latteria. Più
in alto ancora, ignorate alcune deviazioni laterali, raggiungiamo una
fontana ed una strada sterrata che sale fino al punto più alto
dei prati di San Bernardo, a quota 1286 metri circa. Qui troviamo, sotto
l’edificio di un ex albergo (ora chiuso), l’agriturismo
Al Tiglio, aperto dal 15 giugno al 15 settembre (e, nei finesettimana,
tutto l’anno; telefonare, per prenotazioni, al 338 21 63 177),
presso il quale possiamo pernottare (l’agriturismo dispone, infatti,
di una struttura che può ospitare sei persone).
Questa seconda semitappa, che prevede un dislivello in salita di circa
300 metri, richiede un’ora e mezza-due di cammino. Chi se la sentisse,
può, tuttavia, con circa due ore e mezza di ulteriore marcia,
puntare in direzione della Val Fontana, percorrendo il sentiero che
conduce a Sant’Antonio, per poi salire al Rifugio caserma Gruppo
A.N.A. (o rifugio Erler) in località Campello. Chi, infine, dovesse
tornare al piano, può seguire la strada asfaltata che si immette
nella strada provinciale Panoramica dei Castelli a monte di Ponte in
Valtellina.
Prima del meritato riposo, non perdiamo l’occasione di visitare
i prati di San Bernardo, magari percorrendo l’itinerario botanico
che ci permette di acquisire una migliore conoscenza di numerose specie
di erbe ed alberi. Incontreremo, sul nostro cammino, anche la bella
chiesetta di San Bernardo, poco distante dal tracciato del Sentiero
del Sole.
Una
segnalazione, infine: con circa sette ore di cammino si può percorrere
un bell’anello che parte dalla strada sterrata per la val di Rhon
(che si stacca, sulla sinistra, segnalata dal cartello “Rhon”,
da quella che sale verso la Val Fontana o San Bernardo), raggiunge le
due baite menzionate, percorre il Sentiero del Sole fino a San Bernardo,
prosegue sul medesimo sentiero fino a Sant’Antonio in Val Fontana,
da qui scende, sulla strada asfaltata, al bivio San Bernardo-Val Fontana
(presso l’interessantissima chiesetta di san Rocco), per tornare,
infine, al punto di partenza.
Per proseguire nel cammino del Sentiero del Sole, apri la relazione
sulla terza semitappa (seconda giornata).
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la mappa on-line
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