Fra storia e natura nel versante a monte di Stazzona e Tirano
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Ai primi tepori della primavera o agli ultimi d’autunno la salita, a piedi o in mountain-bike, da Stazzona a San Rocco è di quelle che si raccomandano per la bellezza appartata e gentile dei luoghi toccati, fra i più belli nel comune di Villa di Tirano. La salita sfrutta una pista di origine militare, oggi stradina asfaltata, che sale tranquilla fra i boschi che contornano i versanti meridionale e settentrionale del Fosso Rivalone, la valle incassata e ripida che confluisce nel fiume Adda appena a sud di Stazzona. E proprio Stazzona, il nucleo che nel nome testimonia l’antica presenza romana (da “statio”, cioè punto di sosta per le comunicazioni a cavallo), parte questa camminata. Con una duplice versione, quella più ampia, ad anello, che richiede 7 ore di cammino, e quella breve, che ne richiede invece meno di 3. Partiamo dalla seconda, più breve e semplice.
Raggiunto il centro di Stazzona lasciando la ss 38 dello Stelvio verso destra, all'altezza di Bianzone (per chi procede verso Tirano), imbocchiamo la strada provinciale che sale al dosso della splendida chiesetta dei Santi Giacomo e Filippo e, dopo una serie di tornanti sx-dx-sx-dx, confluisce nella strada statale 39, che dal fondovalle sale al passo dell’Aprica. Prendiamo dunque a sinistra e saliamo per un tratto sulla statale, fino alla curva secca verso destra, chiamata “Voltone”. Appena dopo la curva troviamo, sulla sinistra, una stradina che se ne stacca (segnalazione per San Rocco).
Lasciamo dunque l’automobile ad uno slargo sulla destra della statale (m. 710), ed incamminiamoci sulla stradina asfaltata, su tracciato di origine militare. Dopo una serie di tornantini dx-sx-dx-sx-dx, un lungo tratto diritto ci porta nel cuore del Fosso Rivalone. Passati sul suo versante settentrionale, volgiamo a sinistra e saliamo al nucleo di Marto (m. 920), abbracciato da splendide selve di castagni. Accanto agli edifici che hanno conservato l’antico e rustico volto troveremo baite ben ristrutturate, che nei finesettimana si rianimano di presenze in cerca di una sosta corroborante. Al primo tornante dx vediamo, sulla sinistra, il sentiero 417 del CAI di Tirano che porta a Marto di Fuori. Lo ricordiamo perché l’anello più ampio prevede la salita a piedi da Stazzona proprio fin qui. Vediamo come.
Lasciata l’automobile al parcheggio nei pressi della chiesa di Stazzona, proseguiamo a piedi verso la parte alta del paese. Giunti in vista del ponte sul Rivalone e della provinciale che sale alla statale 39, volgiamo a sinistra e portiamoci al piede di una splendida fascia di vigneti (m. 429). Sul ripido versante alla loro sinistra sale un sentiero che, raggiunto il poggio quotato 577 metri, piega a sinistra e sale diritto in una selva di castagni, fino alle baite di Bola, dove viene raggiunto da un altro sentiero che sale da sinistra. Proseguiamo nella salita in direzione nord-est e, dopo una serie di tornantini, ci immettiamo su un sentiero che sale da sinistra. Proseguiamo verso destra (sud) siamo al nucleo di Marto di Fuori e, in pochissimi minuti, alla stradina asfaltata che si stacca dalla ss 39. Qui le due varianti si congiungono.
Proseguiamo a salire sulla stradina e, dopo una sequenza di tornanti sx-dx-sx-dx-sx, usciamo dal bosco agli splendidi prati della località di San Rocco, sul cui limite inferiore ci accoglie la sorridente chiesetta (m. 1093). Ci sono diverse cose da raccontare su questo nucleo.
Oggi riacquista vita solo nei finesettimana (dal 1960 non è piùinsediamento permanente), ma nei secoli passati era una vera e propria comunità che giunse a contare un centinaio di abitanti a metà dell’Ottocento, prima che iniziasse un lento ma inesorabile spopolamento. Proprio in quel periodo, e precisamente nel 1864, il nucleo passò dal comune di Tirano a quello di Villa di Tirano, forse per la maggiore facilità di assicurare da Villa il servizio medico. Le attività dell’allevamento e della coltivazione di grano saraceno, foraggio, pere assicuravano ai suoi abitanti una condizione modesta ma dignitosa. Nel piccolo cimitero sembra ancora di poter ascoltare i fitti discorsi di voci che non vorrebbero che i ricordi dell’antica vita si perdano. Straordinaria la posizione del paese, soprattutto per la favorevole esposizione al sole. Qui i colori dell’autunno resistono, splendidi, fino a novembre inoltrato, prima di spegnersi sotto i colpi del gelo invernale. Posizione importante anche come punto di passaggio nella salita da Tirano agli alpeggi della conca di Trivigno.
Vale la pena proseguire l’escursione, sempre seguendo la stradina asfaltata, visitando i vicini prati di Piscina e Canali. Una serie di tornanti dx-sx-dx-sx ci portano alla parte alta dei prati. Dopo aver gustato lo splendido panorama, che spazia soprattutto in direzione della media Valtellina, lasciamo alle spalle le ultime baite di San Rocco e continuiamo nel cammino verso nord, con andamento pianeggiante. Alla nostra sinistra splendido è il colpo d’occhio sul Monte Masuccio e sull’ampio versante a monte di Tirano. Giunti ad un bivio, lasciamo alla nostra destra la stradina che sale verso Pra Piano e Trivigno e procediamo sulla strada di sinistra che, piegando a destra, in leggera discesa, porta all’alpe Piscina.
Alla nostra sinistra una fascia di prati scende dolcemente fino al limite del bosco, dove si mostra un curioso ed oblungo edificio. Si tratta di dell'ex-caserma che molto probabilmente ospitava i soldati che prestavano servizio al forte Sertoli, nella vicina alpe Canali. Forte che costituisce l’ultima tappa di questa escursione.
Alle baite di Piscina troviamo un bivio, al quale prendiamo a sinistra, raggiungendo in pochi minuti ed in leggera discesa gli ampi prati dell’alpe Canali (m. 950), luminosa e panoramica, con splendido colpo d'occhio sulla Valle di Poschiavo. Qui troviamo le indicazioni per la stradina che porta al forte Sèrtoli, che ci apre un nuovo scenario di interesse storico. La struttura è ormai quasi interamente sommersa dal bosco, ma si conserva ancora discretamente. Venne costruito fra il 1913 ed il 1914, in una posizione considerata strategica per la duplice possibilità di controllare i fondovalle valtellinese e la Valle di Poschiavo, dalla quale sarebbe potuta venire un’invasione di eserciti che avrebbero violato la neutralità elvetica (in particolare quello austroungarico, che l’anno successivo sarebbe diventato in effetti il nemico nel primo conflitto mondiale).
Il forte si inseriva in una triade completata dal forte Venini ad Oga, in Alta Valtellina, e dal forte Moncecchio al Trivio di Fuentes. La sua dotazione di cannoni aveva proprio la funzione di contrastare questa ipotetica invasione, che peraltro non si concretizzò mai. Terminata la prima guerra mondiale, la vita del forte continuò, fino al 1949, anno nel quale venne dismesso dal Ministero della Difesa.
La versione breve dell’escursione termina qui, con il ritorno all’automobile per la medesima via di salita.
Qui ci immettiamo sulla strada asfaltata che porta alle prime case di Tirano. Prendendo a sinistra ci congiungiamo con il tirone che procede da Tirano verso Stazzona quasi a ridosso del fiume Adda. Dopo un lungo tratto raggiungiamo il piccolo nucleo di San Bernardo, con la graziosa chiesetta. Qui lasciamo la strada asfaltata prendendo a sinistra, su una pista che porta direttamente al limite settentrionale di Stazzona, dove termina il lungo anello. Una nota per gli amanti della mountain-bike: saliti da Stazzona a San Rocco e Canali, possiamo da qui proseguire diritti in una tranquilla discesa che termina alla frazione Cologna, dalla quale proseguiamo scendendo a Tirano e tornando a Stazzona per la via sopra descritta.
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