In Val Bondone, nelle Orobie centrali
Punti di partenza ed arrivo |
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
Edicola Parco delle Orobie-Lago Selù |
3 h |
1000 |
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SINTESI. Stacchiamoci dalla ss. 38 dello Stelvio a S. Giacomo
di Teglio, verso destra (per chi proviene da Milano). Attraversato il ponte sull’Adda,
proseguiamo seguendo le indicazioni per Carona ed andando a sinistra ad un bivio. All'ultimo tornante sx prima di Carona lasciamo la strada per imboccare una carozzabile che va a destra e raggiunge Bondone (m. 1217). Proseguiamo sulla pista fino all'edicola del Parco delle Orobie Valtellinesi e qui parcheggiamo (m. 1250). Proseguiamo sulla pista, passando da sinistra (per noi) a destra della valle, e tornando poi sulla sinistra, fino ai prati dell’alpeggio Baita di Monte Basso (m. 1562). La pista si conclude alle tre baite dell’alpe. Non ci portiamo a
queste baite ma, prestando attenzione ai segnavia, la lasciamo prima,
sulla destra, tagliando i prati e raggiungendo una fascia di ontani e
macereti, dove imbocchiamo un sentiero, con diversi tornanti,
che mantiene una pendenza significativa, procedendo in direzione sud lungo
il fianco montuoso (segnavia con numerazione 3 e 316), e che ci porta ad
un primo terrazzo di pascoli e massi, dove intercettiamo la Gran Via delle
Orobie. Seguendo le indicazioni della GVO e dei laghi di Cantarena, saliamo verso destra, dapprima in direzione ovest, poi di
nuovo sud, in uno scenario più gentile, contrappuntato da rocce
scistose e radi larici. Dopo un’amena pianetta, guadagniamo, alla
fine, i pascoli più alti della valle, raggiungendo la baita Cantarena (m. 2071). Lo scenario della valle muta: ora alle macchie di larici si
sostituisce un sistema complesso di dossi con rocce montonate. Lasciata
alle spalle la baita, dopo una diagonale verso destra, raggiungiamo un ponticello di legno, e ci portiamo sul lato destro dell’ampio circo
glaciale della valle. Poco oltre, ad un bivio, lasciamo alla nostra destra la GVO e proseguiamo diritti, cioè in direzione ovest, verso
il lago di Selù, dato a 20 minuti. Superata una torbiera (terreno paludoso),
cominciamo l’ultima salita, che si destreggia fra alcune rocce scistose,
portandoci, infine, alla conca del lago Selù (m. 2260), ai piedi
di un versante che conduce al crinale che separa la val Bondone dalla
val Malgina.
Procedendo verso sinistra, nella direzione indicata dai segnavia bianco-rossi,
troviamo un secondo e più piccolo laghetto, con due pozze vicine. |
Apri qui una panoramica della Val Bondone
La val Bondone (termine che deriva dall’accrescitivo di “bonda”, termine lombardo che significa “conca”) appartiene al territorio tellino del versante orobico ed è fra le meno conosciute e frequentate del versante orobico valtellinese. Stretta com’è fra la val Caronella, ad est, e la val Malgina, ad ovest, dà l’impressione, a chi la guardi dal fondovalle, di essere una valle chiusa, angusta. In realtà così non è. Se, infatti, non è paragonabile, per ampiezza, alle valli vicine, offre, tuttavia, scenari di alta montagna che non deludono. I laghetti di Cantarena, in particolare, si propongono come meta di un’interessante escursione, alla portata di tutti, che tocca luoghi tranquilli, solitari ma non mesti. All’imbocco della valle si trova il paese che ha lo stesso nome, Bondone.
Chiesetta di Bondone
Per raggiungerlo, stacchiamoci dalla ss. 38 dello Stelvio a S. Giacomo
di Teglio, in direzione del versante orobico. Attraversato il ponte sull’Adda,
proseguiamo seguendo le indicazioni per Carona. Una strada che, in diversi
punti, ha una carreggiata piuttosto stretta, risale il versante orobico,
toccando diverse piccole frazioni del comune di Teglio. Dopo aver ignorato,
sulla sinistra, la deviazione per la Val Belviso, raggiungiamo l’ultimo
tornante che precede Carona. Prima del tornante, prestiamo attenzione
alla deviazione segnalata, a destra, per Bondone. Lasciata la strada principale,
ci immettiamo, quindi, su una strada sterrata, che porta alle case del
grazioso paese (a 13 km da S. Giacomo di Teglio).
Qui troviamo, presso il torrente Bondone, la chiesa di S. Lorenzo (m.
1217), legata ad una leggenda davvero singolare, secondo la quale la Madonna,
giunta qui con in spalla la culla di Gesù Bambino, fu tanto contenta
dalla devozione semplice e
fervente della gente, che aveva eretto in suo nome la chiesa stessa, da
lasciare un regalo di incommensurabile valore: fu lei stessa a dipingere,
nella chiesa, la sua immagine. Ecco perché il vero volto di Maria
è quello che si ammira nella tela posta sopra l’altare della
chiesa. Questa leggenda ci introduce al clima particolarissimo, raccolto,
modesto ed insieme unico di questa valle.
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Guardando a sud, possiamo già vederne un ampio scorcio. L’impressione è quella di una valle breve, quasi schiacciata contro la testata terminale, ed in effetti il torrente Bondone, che ha un corso complessivo di 7 km, ha la pendenza media più elevata rispetto a tutti gli altri torrenti orobici (il 28%). Quel che non sospettiamo è l’ampio terrazzo glaciale che ospita, al di sopra dei 2000 metri di quota, un interessante sistema di laghetti, la meta della nostra escursione.
Apri qui una panoramica dall'alta Val Bondone
Con l’automobile possiamo procedere poco oltre le case, prima di
trovare il divieto di accesso, presso l’edicola del Parco delle
Orobie Valtellinesi (m. 1250 circa). Proseguiamo, quindi, a piedi sulla
pista sterrata, che si tiene, per un buon tratto, sulla sinistra (per
chi sale) della valle, proponendo alcuni tornanti, per poi passare sul
lato destro. Incontriamo, quindi, un cartello che indica la partenza di
un sentiero che sale alla baita Streppaseghel (che si affaccia, a 2097
metri, sul versante orientale della val Malgina, ed è data ad un’ora
e mezza di cammino, sulla Gran Via delle Orobie), alla baita Muracci (m.
1821, in val Malgina, data a 2 ore e 30 minuti) ed alla baita Cantarena
(data ad un’ora e 50 minuti: dovremo raggiungerla anche noi, ma
per altra via).
Ignorato questo sentiero, ci riportiamo sul lato sinistro della valle.
Possiamo, in questo passaggio, osservare, a monte, lo sbarramento,
a quota 1500 metri, che serve a raccogliere le acque del Bondone, sfruttate
per la produzione di energia idroelettrica.
Apri qui una panoramica dell'alta Val Bondone
Pochi tornanti ancora, ed
eccoci ai prati dell’alpeggio Baita di Monte Basso (m. 1562). Guardando
verso nord, possiamo osservare, a sinistra, un breve scorcio della Val
Fontana ed al centro il versante montuoso sopra Teglio, che culmina nel pizzo Combolo. In basso, invece, è ben visibile Bondone, con il
campanile della chiesa spostato sulla sinistra rispetto alle case.
La pista si conclude alle tre baite dell’alpe. Non ci portiamo a
queste baite ma, prestando attenzione ai segnavia, la lasciamo prima,
sulla destra, tagliando i prati e raggiungendo una fascia di ontani e
macereti. Inizia, ora, una fase piuttosto faticosa ed anche un po’
noiosa nella salita, perché il sentiero, con diversi tornanti,
mantiene una pendenza significativa, procedendo in direzione sud lungo
il fianco montuoso. Dobbiamo vincere, infatti, il gradino glaciale che
ci separa dal circo dell’alta valle. I segnavia, di diverso colore
(bianco-rossi, rosso-bianco-rossi e bianco-rosso-bianchi, talora accompagnati
dal numero 3 o anche 316) sorvegliano la nostra salita, che ci porta ad
un primo terrazzo di pascoli e massi, dove intercettiamo la Gran Via delle
Orobie, vale a dire il sentiero che effettua la traversata alta dell’intero
versante orobico valtellinese.
Lago Selù
Un
cartello segnala che il sentiero che giunge da sinistra porta, in 20 minuti,
al capanno di caccia Barecchetti ed in un’ora alla malga Caronella,
nella valle omonima. Il medesimo sentiero, nella direzione opposta, conduce,
in 40 minuti, alla baita Cantarena, in un’ora e 40 minuti alla già
citata baita Streppaseghel, in 3 ore e 30 minuti alla baita Paltani (in
val Malgina), oppure, con diverso itinerario dalla baita Cantarena, in
un’ora e 20 minuti al lago Selù ed infine in 3 ore e 20 minuti
al passo del Bondone. Il lago Selù, il più grande dei laghetti
di Cantarena (denominato anche lago di Cantarena) è, appunto, la
meta della nostra escursione.
Proseguiamo, quindi, nella salita, dapprima in direzione ovest, poi di
nuovo sud, in uno scenario più gentile, contrappuntato da rocce
scistose e radi larici. Dopo un’amena pianetta, guadagniamo, alla
fine, i pascoli più alti della valle. Dobbiamo attraversare un
tratto in leggera pendenza, lasciando alla nostra sinistra un calecc (rudimentale
ricovero privo di copertura, costituita da un telo che i pastori portavano
con sé), prima di raggiungere la baita Cantarena, a 2071 metri
di quota. Lo scenario della valle muta: ora alle macchie di larici si
sostituisce un sistema complesso di dossi con rocce montonate, il tipico
scenario di alta montagna nelle Orobie centro-orientali. Il profondissimo
silenzio di questi luoghi ne aumenta il fascino selvaggio ed incontaminato.
Laghetti di Cantarena
Lasciata
alle spalle la baita, dopo una diagonale verso destra, raggiungiamo un ponticello di legno, e ci portiamo sul lato destro dell’ampio circo
glaciale della valle. A valle del ponte, il torrente si è scavato
la propria via attraverso una suggestiva porta nella roccia. Procediamo
per un breve tratto, fino alle indicazioni segnaletiche di un nuovo bivio.
La Gran Via delle Orobie, infatti, prosegue verso destra (direzione nord-ovest).
In quella direzione si raggiunge, in 40 minuti, la baita Streppaseghel
(sempre lei), in 2 ore e 30 minuti la baita Paltani ed infine, in 5 ore
e 10 minuti, la baita Pesciola (sul crinale orientale dell’alta
val Arigna (termine che deriva da “lariana” e, quindi, da “larix”, cioè larice), dove si trova anche il rifugio omonimo).
Noi, invece, procediamo diritti, cioè in direzione ovest, verso
il lago di Selù, dato a 20 minuti (mentre il passo di Bondone è dato a 2 ore e 20 minuti). Superata una bella torbiera (terreno paludoso),
cominciamo l’ultima salita, che si destreggia fra alcune rocce scistose,
portandoci, infine, alla conca del lago Selù (m. 2260), ai piedi
di un versante che conduce al crinale che separa la val Bondone dalla
val Malgina.
Procedendo verso sinistra, nella direzione indicata dai segnavia bianco-rossi,
troviamo un secondo e più piccolo laghetto, con due pozze vicine.
I segnavia dettano il percorso che consente, in ulteriori due ore di cammino,
di salire al passo del Bondone (m. 2720), difficile da individuare, perché
posto in corrispondenza di un intaglio sul crinale roccioso a nord del
lago Selù, che da qui non si distingue. La salita al valico passa
anche per un sistema più alto di laghetti, posti ad una quota di
2243 metri. Il valico propone, sul versante della bergamasca, uno splendido
colpo d’occhio sull’alto bacino del Barbellino. Siamo, però,
in cammino da quasi tre ore (il dislivello superato è di oltre
1000 metri), per cui l’escursione può terminare qui.
Capanno Barecchetti
Una leggera variante, nella via del ritorno, può essere costituita
da una puntata ai prati del capanno di caccia Barecchetti. Torniamo,
dunque, alla baita Cantarena e di qui ridiscendiamo al bivio sopra menzionato.
Qui, invece di proseguire nella discesa, prendiamo a destra, seguendo
per un tratto ancora la Gran Via delle Orobie, fino al capanno di caccia,
posto, insieme ad una baita, in una splendida radura a quota 1820 metri.
Ora dobbiamo lasciare la Gran Via, per imboccare il sentiero segnalato
da un cartello, che dà la Baita Monte Basso a 50 minuti e Bondone
ad un’ora e 50 minuti.
Il sentiero inizia nella parte bassa dei prati (lo si distingue, anche
se la traccia non è marcata), ma non è segnalato. Nel primo
tratto della discesa la traccia non è marcata, poi diventa quasi
una mulattiera, per farsi di nuovo più stretta nell’ultimo
traverso a sinistra, che supera anche un torrentello e propone una breve
salita, prima di approdare ai prati dell’alpe Baita Monte Basso,
nei pressi delle tre baite. Qui ritroviamo la pista sterrata, seguendo
la quale torniamo all’automobile.
CARTE DEL PERCORSO SULLA BASE DI © GOOGLE MAP (FAIR USE)
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