Camminando fra gli antichi nuclei al sole del versante retico sopra Castione
CARTE DEL PERCORSO - ALTRE ESCURSIONI A CASTIONE ANDEVENNO - GALLERIA DI IMMAGINI
IL GIRO DELLE FRAZIONI ALTE DI CASTIONE
Dall'autunno alla primavera un'ottima idea per una camminata al sole del versante retico sopra Castione è il giro delle sue contrade alte, piccoli mondi consegnati alla malinconia di un abbandono che solo nei finesettimana o nel periodo estivo si attenua. Una camminata tranquilla, ma con un pizzico di avventura, perché si tratta di non perdere la bussola nel piccolo dedalo di stradine e sentieri che si disegna a monte di Bonetti, punto di aprtenza ed arrivo. Una camminata che propone anche uno sconfinamento nel territorio di Sondrio, da LIgari a Triangia, che di questo intarsio di frazioni fanno integralmente parte.
Percorriamo per un tratto la pista, fino ad un incrocio: da sinistra
sale una pista secondaria (che parte dalla strada Castione-Triangia)
che prosegue sulla destra. Lasciamo qui, in uno slargo, l’automobile
(siamo ad una quota di circa 700 metri) ed incamminiamoci su questa pista
che sale verso destra (est-nord-est), in una bella pineta, restringendosi, dopo
il primo tratto, a mulattiera, fiancheggiata a monte da un grande muro
a secco. Usciti dalla selva, ci ritroviamo alle case di Gadoli,
piccolo nucleo fra Bonetti e Mangialdo.
In
corrispondenza del cartello, sulla destra (a monte della strada), vediamo
un nuovo sentiero che si stacca dalla strada e riprende a salire: imbocchiamolo.
Tagliamo, ben presto, un sentiero che sale da sinistra, da Mangialdo,
e prosegue alla nostra destra, verso Ligari: noi restiamo, però,
sul sentiero, che procede in direzione nord-ovest. Superato un roccione,
a destra del sentiero, pieghiamo leggermente a destra, procedendo verso
nord.
Oratorio di S. Giovanni Decollato a Ligari Il paese è caratterizzato dall'oratorio di S. Giovanni Decollato, a pianta ottagonale. Il piccolo edificio sacro venne costruito nel 1731, forse su disegno di Pietro Ligari, il famoso pittore la cui famiglia era originaria di questo borgo. La pianta è originale ed inconsueta, ma risponde ad una simbologia senza dubbio antica. Il luogo è assai suggestivo, perché siamo sul ciglio di un poggio molto panoramico, dal quale lo sguardo domina buona parte della catena orobica, chiusa ad ovest (a sinistra) dall'inconfondibile corno del monte Legnone. A nord, invece, possiamo osservare il boscoso versante che si stende alle falde del monte Rolla, con le case di Soverna, l'ultimo dei piccoli nuclei a monte di Triangia, un tempo assai popolati e legati alla coltivazione della terra, oggi, ad eccezione della stagione estiva, tristemente deserti.
Dal piazzale dell'oratorio imbocchiamo il sentiero segnalato (387) che scende a valle della strada, verso sud-est. Ad un bivio lo lasciamo piegando a destra (sentiero 385) e scendendo alla strada. Sul lato opposto riprendiamo il sentiero che dopo un tratto scalinato scende diritto verso sud e porta al laghetto di Triangia (m. 900).
Portiamoci per qualche minuto alle sue rive, gustando la suggestione di questo piccolo specchio d’acqua circondato da una fitta compagine di abeti. In origine si trattava di uno stagno, poi ingrandito artificialmente. Il contesto appare ideale per una scampagnata tranquilla, ma è anche molto amato dai pescatori. La fauna lacustre è caratterizzata dalla presenza di trote, pesci rossi, rane, salamandre e tritoni. Una discreta baita in legno con spazio retrostante per il barbecue non turbano troppo la quiete del luogo. In inverno o nelle mezze stagioni il silenzio torna ad appropriarsi del luogo, ridonandogli suggestioni arcane.
Il paese e la sua piana meritando un piccolo approfondimento. Triangia è il borgo legato ad un'antica leggenda secondo la quale qui apparvero un giorno tre angeli, che indussero i contadini del luogo a chiamare il loro paese "Tri àngei", da cui poi "Triangia", appunto.Gli etimologisti però, assai refrattari alla suggestione delle leggende, suggeriscono una diversa origine del nome, forse da "triangula", con riferimento alla forma triangolare del terreno. In effetti nei documenti antichi la località viene menzionata con il nome di Triangola.
Parlando del “piccolo villaggio” di Triangia la Guida alla Valtellina edita dal CAI di Sondrio (1884, II edizione, a cura di Fabio Besta) evidenzia la figura del parroco Parolini, alla cui iniziativa si deve la costruzione della strada da S. Anna a Triangia, oltre che l’istituzione dell’asilo e della scuola mista: “Egli, ottenuti gratuitamente i progetti degli ingegneri, e dal comune qualche piccolo sussidio, spinse i propri parrocchiani a lavorare per la strada nei giorni festivi, dirigendoli e guidandoli egli stesso, e potè così vedere l’opera compiuta in breve tempo. Segnaliamo volentieri alla pubblica gratitudine questo ottimo e modesto sacerdote, al quale devesi anche l’istituzione dell’asilo e della scuola mista del villaggio”.
Triangia è collocata sul lato settentrionale di un ampio corridoio che delimita un ancor più ampio altipiano ondulato, unico per ampiezza e conformazione nelle montagne della media Valtellina. Unico per diversi motivi. La panoramicità eccellente, innanzitutto: dal Culmine di Dazio nella cornice delle cime della Val Gerola e dalla cima del Desenigo (avamposto del gruppo del Masino), a destra (ovest), al passo dell'Aprica ed al gruppo dell'Adamello, a sinistra (est), lo sguardo a sud raggiunge l'intera catena orobica nella sezione centro-orientale. L'estensione e la morfologia, poi: un piccolo altipiano esteso circa 35 ettari, con la forma ondulata e modulata da 12 dossi dall'altezza media di una decina di metri. Lungo l'avvallamento che separa il colle dal versante di Triangia corre da est ad ovest la geologicamente importante Linea Insubrica, che separa la zolla austroalpina delle alpi Retiche, appartenente alla zolla europea, da quella sudalpina delle Orobie, appartenente alla zolla africana. Forzando un po’, siamo geologicamente a cavallo fra Europa ed Africa.
Ma siamo anche a cavallo fra la più recente modernità, ben rappresentata dal recinto dei ripetitori, e la lontana preistoria, che ha lasciato traccia di sé, ad ovest, nella "Zòca di mort", dove si trova infine un grande masso con numerose coppelle risalenti probabilmente all'Età del Bronzo. Evidentemente questo luogo, per la sua posizione, assunse in quel periodo una grande importanza cultuale. Questo il significato più probabile delle coppelle, corroborato dal toponimo "Zòca di mort" che rimanda a significati di sacrifici culturali di animali ("masso-altare"). Non è esclusa però anche una valenza astronomica, di riproduzione-richiamo, cioè, della disposizione degli astri osservabili dal colle. Non possiamo dunque mancare di visitarlo.
Proseguiamo diritti su sentierino, rientrando nel territorio comunale di Castione e scendendo ad intercettare una stradella che scende al nucleo di Piatta (m. 690), raccolto attorno alla secentesca chiesetta di San Luigi.
CARTE DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line |
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