CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line
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Il monte Rolla
(m. 2277) rappresenta la prima elevazione che è posta sul limite
sud-occidentale della Valmalenco e la separa dal versante retico
mediovaltellinese. Si può dire che sia il monte di Sondrio: dal
capoluogo, infatti, è il suo profilo a dominare il panorama in
direzione nord-ovest; inoltre rappresenta il punto di massima
elevazione del territorio comunale. La facile salita alla sua cima è
un'escursione classica ed alla portata di tutti.
Praticamente sconosciute, invece, sono le possibilità
escursionistiche offerte dagli splendidi boschi e dai solari
maggenghi ed alpeggi che ricoprono il suo ampio fronte meridionale,
compreso fra lo sbocco della Valmalenco, ad est, e la valle del
Bocco (erroneamente denominata del Bosco sulle carte IGM) ad ovest.
Si tratta di un fronte assai ampio, ma pochissimo frequentato dagli
amanti dell'escursione. |
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A torto, perché, in ogni
stagione, questi luoghi offrono più di un motivo di interesse ed
attrattiva. In particolare, primavera ed autunno riservano profumi e
colori impagabili, e la neve invernale è occasione di bellissime
ciaspolate.
Proponiamo un anello escursionistico di un certo impegno, ma
assolutamente remunerativo, che ha come punti di partenza ed arrivo
la località di Soverna, sopra Ligari, e passa per il maggengo del
Piazzo e per gli alpeggi della Piana, di Prato Secondo, di Poverzone
e di Piastorba. Questo anello alterna lunghe traversate nella
splendida cornice di boschi e pinete ad uscite sui prati che
regalano scorci panoramici davvero ampi. |
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Portiamoci, dunque, a
Soverna. Per farlo, da Sondrio dobbiamo imboccare la strada per la
Valmalenco, lasciandola, però, non appena, sulla sinistra, troviamo
lo svincolo per Triangia. Percorriamo, quindi, la strada che ci
porta sul pianoro terminale del colle di Triangia, appena a monte
del centro omonimo (m. 800). Lasciamo, quindi, anche questa strada,
prima che cominci a scendere verso Castione, staccandocene sulla
destra e passando per il centro di Triangia, proprio davanti alla
chiesa parrocchiale di S. Bernardo. |
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Usciti dal paese,
proseguiamo sulla strada, che in diversi punti ha una carreggiata un
po' stretta, per Ligari (segnalazioni per Ligari e per il laghetto
di Triangia). Ignoriamo, a quota 890, la deviazione a destra per il
laghetto di Triangia, e proseguiamo fino alla frazione di Ligari, |
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che riconosciamo anche per
il caratteristico oratorio a pianta ottagonale che si trova appena a
sinistra della strada (m. 1092). Oltre Ligari, ignoriamo una prima
deviazione a sinistra per la località Barboni (un simpatico cartello
segnala un'immaginaria.Barbon City), per imboccare, invece, ad un
tornante destrorso, la seconda deviazione, sempre a sinistra, per la
località Soverna. |
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Non troviamo, all'imbocco,
alcun cartello, se non quello che annuncia una strada senza sbocco.
Notiamo, però, sul ciglio della strada, un evidente segnavia su un
masso, una bandierina bianco-rosso-bianca.
Parcheggiamo l'automobile e cominciamo, da una quota di 1060 metri
circa, la nostra lunga camminata. Raccontiamo l'anello percorso in
senso orario. Ovviamente, può anche essere percorso in senso
contrario. In tal caso, il punto di partenza è proprio il limite del
bosco nei pressi del segnavia, ed il sentiero da imboccare non è
quello, più evidente, che sale verso destra, ma quello che, con
andamento, all'inizio, quasi pianeggiante, punta a sinistra. Si
tratta di un sentiero segnalato da segnavia bianco-rossi, che sale,
in uno splendido bosco, fino all'alpe Piastorba, con un primo tratto
in direzione nord-ovest, ed un secondo in direzione nord-est. Lo
sfrutteremo al ritorno.
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Ora dobbiamo, invece,
seguire la strada, fino alle baite di Soverna, |
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e poi la pista che, salendo
molto gradualmente, taglia il fianco del monte e conduce al maggengo
del Piazzo (m. 1242), i cui prati si distendono nel punto in cui il
fianco del monte piega, sul crinale che scende dalla cima del Rolla
verso sud-ovest, in direzione del solco della valle del Bocco. |
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Splendida è, da qui, |
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la visuale sulla media e
bassa Valtellina. Sul fondo, distinguiamo, da sinistra, il versante
occidentale della Val Gerola, la cima del monte Legnone, le alpi
Leonine e la cima del Desenigo. Più in basso, al centro, il
caratteristico panettone del Culmine di Dazio.
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Comincia ora una salita
abbastanza impegnativa (dal punto di vista fisico), fino
all'alpeggio della Piana. Per trovare l'imbocco della mulattiera, ci
conviene tornare indietro per un breve tratto sulla pista ed
imboccare una deviazione a sinistra (a destra, se ci dirigiamo verso
il maggengo). Si tratta della prosecuzione della pista, che si
addentra sul versante orientale della valle del Bocco. Dopo un primo
tornante sinistrorso, prima che la pista svolti a destra per
addentrarsi nella valle, troviamo, sulla nostra destra, la
mulattiera che sale, decisa, nel bosco. |
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Imbocchiamola, inanellando
diversi tornanti e guadagnando quota rapidamente. La suggestione del
bosco che attraversiamo ripaga i nostri sforzi, |
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ed alla fine, dopo un
ultimo tratto verso sinistra, |
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raggiungiamo il limite
basso dell'ampia fascia di prati dell'alpe Piana, ad una quota di
1550 metri. |
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Ci accoglie, prima delle
baite, una fontana, che può essere provvidenziale se non abbiamo una
sufficiente scorta di liquidi. Una sosta ci permette di ammirare un
panorama assai simile a quello di cui abbiamo già goduto al Piazzo.
Molto bella è anche la visuale sulla sezione centrale della catena
orobica, che ci permette di passare n rassegnate tutte le sue cime
più significative. |
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I prati della Piana si
stendono su una fascia compresa fra i 1550 ed i 1634 metri. |
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Risalendoli, troviamo, a
quota 1580 metri circa, il sentiero che sale da Soverna: si tratta
di una diramazione secondaria del già citato sentiero che da Soverna
sale all'alpe Piastorba.
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Portiamoci, infine, |
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sul limite superiore dei
prati, dove troviamo |
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una seconda fontana:
troviamo, sulla destra di un casello per l'acqua, la partenza del
sentiero che sale verso l'alpe Prato Secondo, |
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in una fantastica pineta. |
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I giochi di luce, la
sorpresa delle radure, il fascino incantato di questa pineta ripaga
ampiamente degli sforzi imposti dalla pendenza, che è sempre
sostenuta. Nell'ultimo tratto della salita dobbiamo ignorare una
deviazione a destra, prima di approdare al limite inferiore dei
prati, |
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accolti da alcuni larici
solitari dalle forme bizzarre,
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arcane. |
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Siamo a quota 1920 metri
circa.
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Salendo ancora,
oltrepassiamo la croce in legno dell'alpe ed intercettiamo |
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la pista sterrata che,
percorsa verso sinistra, conduce all'alpe Colina ed all'omonimo
laghetto, mentre percorsa verso destra porta all'alpe Poverzone. |
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Una nuova sosta, presso una
terza fontana, ci consente di gustare uno scenario simile a quello
che si è aperto di fronte ai nostri occhi in quelle precedenti.
Siamo al punto più alto dell'anello, a 1950 metri. Abbiamo superato,
quindi, un dislivello di circa 800 metri in altezza, in circa 2 ore
e mezza di cammino. |
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Dirigiamoci, ora, a destra,
verso l'alpe Poverzone, posta ad una quota leggermente più bassa. |
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Giunti all'alpe, lo sguardo
è attratto, più che dalle baite, quasi nascoste alla nostra
sinistra, dalla grande croce metallica posta alla nostra destra, a
1908 metri, sul ciglio di un salto roccioso che guarda direttamente
sulla piana di Sondrio. Portiamoci nei pressi della croce, per
godere di un panorama ancora più ampio, che raggiunge, ad est, il
gruppo dell'Adamello, |
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e mostra, più vicine a noi,
le cime del monte Palino, del pizzo Scalino (seminascosto) e della
punta Painale. |
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Appena prima della breve
salita alla croce, una nuova fontana e, alla sua destra, un cartello
dell'Alpin-bike di Sondrio, che indica che a 5,5 km, in direzione
opposta a quella che stiamo percorrendo, si trova il laghetto di
Colina. La pista sterrata è, infatti, parte di uno dei più classici
anelli di alpin-bike sul versante retico.
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Riprendiamo la discesa.
Dopo un breve tratto, raggiungiamo una piccola conca. Guardiamo a
sinistra, e restiamo senza fiato: improvvisa, inattesa, maestosa,
ecco l'intera compagine delle più illustri cime di Valmalenco
presentarsi al nostro sguardo, dai pizzi Gemelli al piz Palü,
passando per la triade Roseg-Scerscen-Bernina e per i pizzi Argient
e Zupò. |
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Molto bella, da qui, è
anche la visuale, sulla sinistra, sui monti Rolla e Canale, che
presidiano il fianco occidentale della bassa Valmalenco. |
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Inizia ora un tratto un po'
noioso, forse, della discesa, lungo la pista sterrata. Dopo qualche
tornante, prestiamo attenzione al ciglio della strada, alla nostra
destra: non appena troviamo un segnavia bianco-rosso,
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lasciamola, per imboccare
il sentiero che scende all'alpe Piastorba. Se dovessimo perdere il
sentiero, poco male: proseguiamo fino a trovare, sempre sulla nostra
destra, la pista sterrata che si stacca da quella principale e porta
all'alpe (m. 1609). |
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L'alpe Piastorba è
costituita da ampi e luminosi prati, che si stendono ai piedi di una
fascia di boscaglia e roccette sovrastata dalla croce dell'alpe
Poverzone. |
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Diverse baite, ben curate,
le conferiscono un aspetto gentile ed accogliente. Dobbiamo, ora,
seguire i segnavia bianco-rossi, che ci accompagnano fino alla
chiusura dell'anello. Poco prima che la pista termini, imbocchiamo
il sentierino che se ne stacca, sulla sinistra, |
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passa nella strettoia di
due baite ravvicinate e raggiunge il limite di sud-ovest dei prati,
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inoltrandosi in un bosco
ricco di giochi chiaroscurali. |
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L'ultima, tranquilla e
rilassante discesa non presenta particolari problemi: prestiamo,
però, attenzione ai segnavia, per non imboccare qualche traccia
secondaria. |
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Poco sotto quota 1300 il
sentiero svolta a sinistra, in corrispondenza di un ometto, nel
punto in cui viene intercettato dal già citato sentiero che, da
destra, scende dall'alpe della Piana. Manca poco alla conclusione
dell'anello: pochi minuti ancora, e ci ritroviamo al cartello posto
all'imbocco dello svincolo per Soverna. Abbiamo camminato per circa
5 ore, superando un dislivello in salita di 800 metri. |
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