Camminando a monte di Triangia
CARTA DEL PERCORSO - GALLERIA DI IMMAGINI - ESCURSIONI A SONDRIO
Triangia
Triangia è il borgo legato ad un'antica leggenda secondo la quale qui apparvero un giorno tre angeli, che indussero i contadini del luogo a chiamare il loro paese "Tri àngei", da cui poi "Triangia", appunto. Gli etimologisti però, assai refrattari alla suggestione delle leggende, suggeriscono una diversa origine del nome, forse da "triangula", con riferimento alla forma triangolare del terreno. In effetti nei documenti antichi la località viene menzionata con il nome di Triangola.
Sia come sia, il paese è noto per l'ottima posizione panoramica e climatica sul medio versante retico a monte di Sondrio, ad una quota di 800 metri. L'Ecomuseo del monte Rolla, che ha contribuito significativamente alla realizzazione di questo sentiero, ha sede in casa Tocalli proprio a Triangia e ne cura e valorizza le biodiversità culturali.
Triangia
Parlando del “piccolo villaggio” di Triangia la Guida alla Valtellina edita dal CAI di Sondrio (1884, II edizione, a cura di Fabio Besta) evidenzia la figura del parroco Parolini, alla cui iniziativa si deve la costruzione della strada da S. Anna a Triangia, oltre che l’istituzione dell’asilo e della scuola mista: “Egli, ottenuti gratuitamente i progetti degli ingegneri, e dal comune qualche piccolo sussidio, spinse i propri parrocchiani a lavorare per la strada nei giorni festivi, dirigendoli e guidandoli egli stesso, e potè così vedere l’opera compiuta in breve tempo. Segnaliamo volentieri alla pubblica gratitudine questo ottimo e modesto sacerdote, al quale devesi anche l’istituzione dell’asilo e della scuola mista del villaggio”.
Media Valtellina orientale e gruppo dell'Adamello visti dal colle di Triangia
Triangia è collocata sul lato settentrionale di un ampio corridoio che delimita un ancor più ampio altipiano ondulato, unico per ampiezza e conformazione nelle montagne della media Valtellina. Unico per diversi motivi. La panoramicità eccellente, innanzitutto: dal Culmine di Dazio nella cornice delle cime della Val Gerola e dalla cima del Desenigo (avamposto del gruppo del Masino), a destra (ovest), al passo dell'Aprica ed al gruppo dell'Adamello, a sinistra (est), lo sguardo a sud raggiunge l'intera catena orobica nella sezione centro-orientale. L'estensione e la morfologia, poi: un piccolo altipiano esteso circa 35 ettari, con la forma ondulata e modulata da 12 dossi dall'altezza media di una decina di metri. Lungo l'avvallamento che separa il colle dal versante di Triangia corre da est ad ovest la geologicamente importante Linea Insubrica, che separa la zolla austroalpina delle alpi Retiche, appartenente alla zolla europea, da quella sudalpina delle Orobie, appartenente alla zolla africana. Forzando un po’, siamo geologicamente a cavallo fra Europa ed Africa.
Panorama occidentale dal colle di Triangia
Ma siamo anche a cavallo fra la più recente modernità, ben rappresentata dal recinto dei ripetitori, e la lontana preistoria, che ha lasciato traccia di sé, ad ovest, nella "Zòca di mort", dove si trova infine un grande masso con numerose coppelle risalenti probabilmente all'Età del Bronzo. Evidentemente questo luogo, per la sua posizione, assunse in quel periodo una grande importanza cultuale. Questo il significato più probabile delle coppelle, corroborato dal toponimo "Zòca di mort" che rimanda a significati di sacrifici culturali di animali ("masso-altare"). Non è esclusa però anche una valenza astronomica, di riproduzione-richiamo, cioè, della disposizione degli astri osservabili dal colle.
Triangia può essere punto di partenza di diverse camminate, godibilissime in tutte le stagioni, perché il versante a monte, costellato di piccoli graziosi nuclei, permette di disegnare interessanti percorsi alla portata di tutte le gambe. L’anello di Triangia, per esempio, che tocca la piccola perla del laghetto di Triangia.
Triangia
ANELLO TRIANGIA-LAGHETTO DI TRIANGIA-LIGARI
Punti di partenza ed arrivo |
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
Triangia-Laghetto di Triangia-Ligari-Prati Vesolo-Triangia |
1 h e 30 min. |
230 |
T |
SINTESI. Imboccata a Sondrio la strada per la Valmalenco, all'altezza di Mossini la lasciamo prendendo a sinistra (indicazioni per S. Anna e Mossini). Saliamo sulla strada che dopo diversi tornanti si affaccia alla piana di Triangia. Lasciamo la strada che poi scende verso Castione e prendiamo a destra, entrando nell’abitato di Triangia e parcheggiando alla piazzetta vicino alla chiesa di San Bernardo (m. 790). Proseguiamo a piedi sulla strada che sale verso Ligari ed il lago di Triangia. Quando questa propone, alle case più alte del paese, una curva a sinistra la lasciamo salendo lungo una scala in cemento ricavata sul muraglione che la sostiene a monte. La scala introduce ad un sentiero (sentiero 385) che sale verso nord-ovest (sinistra), nella selva a monte della strada. Il sentiero piega poi leggermente a destra (nord-nord-est) e, salendo in un bosco misto di piante cedue e di abeti, esce all’aperto a poca distanza della riva occidentale del laghetto di Triangia (m. 900), che resta alla nostra destra. Senza scendere verso sinistra sulla pista che porta alla carrozzabile Triangia-Ligari, proseguiamo diritti sul sentiero che sale leggermente verso nord, tagliando una pista sterrata. Proseguendo verso nord passiamo a destra di un poggio e, piegando leggermente a destra, saliamo un versante di pietre scalinate ed intercettiamo la carrozzabile. La attraversando (cartello escursionistico con indicazione per Ligari), e saliamo ad intercettare il sentiero 387 (m. 1036) che seguiamo verso sinistra (nord-est), salendo gradualmente a valle della carrozzabile. La salita termina al nucleo di Ligari (m. 1092), caratterizzato dall’oratorio di S. Giovanni Decollato, a pianta ottagonale. Ridiscendiamo ora diritti seguendo il sentiero 387 fino ad intercettare la carrozzabile (m. 1025), che seguiamo per un tratto in salita, verso sinistra (est). Dopo una semicurva a sinistra, la strada propone un tornante sx, in corrispondenza del nucleo dei Prati Vesolo (m. 1035). Qui lasciamo la carrozzabile prendendo a destra, passando fra le baite. Ignorato il sentiero che sale a sinistra verso i Prati Rolla, imbocchiamo la mulattiera selciata che parte dal limite dei prati e piega a destra, scendendo verso sud-est. Pieghiamo poi leggermente a destra (sud), scendendo gradualmente prima, più decisamente poi ad un quadrivio (m. 867) al quale non proseguiamo diritti nella discesa che porta a Pradella di Sopra, ma prendiamo a destra, seguendo il “sentiero delle capre”. Il sentiero traversa in direzione sud-est, tagliando un versante boscoso, dal quale esce poco a monte delle case alte di Triangia. Una breve discesa ci riporta alla piazzetta dove abbiamo parcheggiato l’automobile. |
Triangia
Imbocchiamo da Sondrio la strada provinciale della Valmalenco, salendo fino al ripiano di Mossini. Qui la strada, che descrive un’apia curva a sinistra passando a sud del paese, torna poi verso destra. A questo punto dobbiamo imboccare lo svincolo che se ne stacca sulla sinistra (segnalazioni per S. Anna e Triangia), percorrendo la strada che con diversi tornanti sale verso ovest, passando per le frazioni di S. Anna e Pradella di Sopra, si affaccia al limite orientale del lungo corridoio di Triangia.
Lasciamo la strada che poi scende verso Castione e prendiamo a destra, entrando nell’abitato di Triangia e parcheggiando alla piazzetta vicino alla chiesa di San Bernardo (m. 790). Proseguiamo a piedi sulla strada che sale verso Ligari ed il laghetto di Triangia. Quando questa propone, alle case più alte del paese, una curva a sinistra la lasciamo salendo lungo una scala in cemento ricavata sul muraglione che la sostiene a monte. La scala introduce ad un sentiero (385) che sale verso nord-ovest (sinistra), nella selva a monte della strada.
Il sentiero piega poi leggermente a destra (nord-nord-est) e, salendo in un bosco misto di piante cedue e di abeti, esce all’aperto a poca distanza della riva occidentale del laghetto di Triangia (m. 900), che resta alla nostra destra.
Laghetto di Triangia
Portiamoci alle sue rive, gustando la suggestione di questo piccolo specchio d’acqua circondato da una fitta compagine di abeti. In origine si trattava di uno stagno, poi ingrandito artificialmente. Il contesto appare ideale per una scampagnata tranquilla, ma è anche molto amato dai pescatori. La fauna lacustre è caratterizzata dalla presenza di trote, pesci rossi, rane, salamandre e tritoni. Una discreta baita in legno con spazio retrostante per il barbecue non turbano troppo la quiete del luogo. In inverno o nelle mezze stagioni il silenzio torna ad appropriarsi del luogo, ridonandogli suggestioni arcane.
Ligari
Torniamo ora indietro, in direzione della carrozzabile che sale da Triangia (giungendo fin qui dopo circa 1 km). Prima di raggiungerla prendiamo però a destra, proseguendo diritti sul sentiero che sale leggermente verso nord, tagliando una pista sterrata. Proseguendo verso nord passiamo a destra di un poggio e, piegando leggermente a destra, saliamo un versante di pietre scalinate ed intercettiamo la carrozzabile. La attraversando (cartello escursionistico con indicazione per Ligari), e saliamo ad intercettare, a 1036 metri, il sentiero 387, che seguiamo verso sinistra (nord-est), salendo gradualmente a valle della carrozzabile.
Oratorio di Ligari
La salita, oltrepassato un piccolo ripetitore, termina al nucleo di Ligari (m. 1092), proprio in corrispondenza della piazzetta dell’oratorio di S. Giovanni Decollato, a pianta ottagonale. Il piccolo edificio sacro venne costruito nel 1731, forse su disegno di Pietro Ligari, il famoso pittore la cui famiglia era originaria di questo borgo. La pianta è originale ed inconsueta, ma risponde ad una simbologia senza dubbio antica. Il luogo è assai suggestivo, perché siamo sul ciglio di un poggio molto panoramico, dal quale lo sguardo domina buona parte della catena orobica, chiusa ad ovest (a sinistra) dall'inconfondibile corno del monte Legnone. A nord, invece, possiamo osservare il boscoso versante che si stende alle falde del monte Rolla, con le case di Soverna, l'ultimo dei piccoli nuclei a monte di Triangia, un tempo assai popolati e legati alla coltivazione della terra, oggi, ad eccezione della stagione estiva, tristemente deserti.
Panorama orientale da Ligari
Ridiscendiamo ora diritti per il sentiero 387 fino ad intercettare, a 1025 metri, la carrozzabile, che seguiamo per un tratto in salita, verso sinistra (est). Dopo una semicurva a sinistra, la strada propone un tornante sx, in corrispondenza del nucleo dei Prati Vesolo (m. 1035). Qui lasciamo la carrozzabile prendendo a destra, passando fra le baite. Ignorato il sentiero che sale a sinistra verso i Prati Rolla, imbocchiamo la mulattiera selciata che parte dal limite dei prati e piega a destra, scendendo verso sud-est.
Proseguendo su un tipico sentiero di selva ingombro di foglie di castagno e con muretti a secco ai lati, pieghiamo leggermente a destra (sud), scendendo gradualmente prima, più decisamente poi ad un quadrivio (m. 867), al quale non proseguiamo diritti nella discesa che porta a Pradella di Sopra, ma prendiamo a destra, seguendo il “sentiero delle capre”. Il sentiero traversa in direzione sud-est, tagliando un versante boscoso, dal quale esce poco a monte delle case alte di Triangia. Una breve discesa ci riporta alla piazzetta dove abbiamo parcheggiato l’automobile.
Scorcio orobico dai Prati Vesolo
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line
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