Il giro attorno al guardiano sulla soglia della Val di Tartano
Fra le tante camminate che hanno come base Campo Tartano, il paese posto in posizione eccezionalmente panoramica all’imbocco della Val di Tartano, si colloca anche l’anello del Culmine di Campo, che da Campo, sfruttando un sentiero poco noto, traversa sul ripido e roccioso fianco occidentale del Culmine, portandosi alla bocchetta che si affaccia sulla Val Fabiolo. Dalla bocchetta un sentierino percorre interamente il crinale che sale al Culmine di Campo ed alla sua grande croce, per scendere infine a Campo, dove l’anello si chiude. Si tratta di un’escursione di grande valore panoramico, consigliabile in autunno ed in primavera. Alcuni passaggi esposti richiedono però attenzione e terreno asciutto.
Punto di partenza è Campo Tartano, che raggiungiamo staccandoci dalla ss 38 dello Stelvio a destra dopo il viadotto sul torrente Tartano (per chi procede verso Sondrio). Imboccata la pedemontana orobica, la lasciamo prendendo di nuovo a destra al primo svincolo con segnalazione per la Val Tartano.
Iniziamo così a salire sulla strada che porta in Val Tartano (provinciale n. 11), inanellando 12 tornanti prima di passare a sinistra della chiesa di S. Agostino a Campo Tartano. Poco oltre possiamo parcheggiare presso il cimitero (m. 1049).
Ci mettiamo in cammino ridiscendendo alla chiesa: sulla destra della strada vediamo la partenza di un sentiero che procede diritto verso nord-ovest a monte della strada. Si tratta di un sentiero marcato, protetto da corrimano sul lato sinistro perché il versante a valle è molto ripido. A monte, invece, su un versante altrettanto ripido gli audaci larici si aprono a tratti mostrando gli incombenti roccioni rossastri del versante occidentale del culmine, che assumono forme selvagge ed impressionanti.
Procediamo quasi in piano fra castagni, qualche raro abete, larici e betulle. Alle nostre spalle il campanile della chiesa fa capolino fra le piante, mentre sul fondo spicca la boscosa dorsale del dosso Tacher, che separa la Val Lunga dalla Val Corta. Passiamo a sinistra di un rudere di baita e poco più avanti ne incontriamo un secondo. Poi a destra del sentiero compare un muretto a secco. Saliamo leggermente, passiamo appena sopra un prato con alcune arnie e giungiamo a vedere davanti a noi un ampio scorcio della bassa Valtellina e della parte terminale del lago di Como. Scendendo leggermente superiamo poi una rete paramassi poco a monte ed una panchina in legno che invita a soste meditabonde. Alla nostra destra le rocce del versante assumono la forma di un ardito picco.
Ignorato un sentiero che si stacca salendo alla nostra destra scendiamo ad intercettare una stradina che sale fin qui dalla strada della Val Tartano. Seguendola, in breve siamo alle case del Dosso di Sopra (o Case di Sopra, m. 970), che sembrano letteralmente aggrappate al ripido versante. Il panorama su bassa Valtellina e lago di Como si allarga. La stradina termina ad uno slargo che funge da parcheggio. Lo attraversiamo e seguiamo il sentiero che sale fra le case, passando per una cappelletta.
Alle spalle delle case più alte troviamo un breve prato, sul cui limite parte un sentiero. Una volta individuato, non lo perdiamo più. Il sentiero prosegue diritto, con modestti saliscendi, verso nord-nord-est. Nel primo tratto passiamo per un punto esposto, superando una roccia scalinata. Poi entriamo in una selva, procedendo in leggera discesa. Superato un valloncello con pietrame franoso, proseguiamo sempre diritti sul sentiero che in alcuni tratti è un po’ sporco, ma sempre ben visibile, fino ad intercettare un sentiero che sale dal nostro lato sinistro. Si tratta del sentiero che di solito viene utilizzato per raggiungere per la via più breve Sostila, in quanto parte da uno slargo poco dopo il decimo tornante della strada della Val di Tartano.
Dopo breve tratto siamo ad un poggio panoramico di quota 1000 e proseguiamo sul crinale, seguendo il segnavia rosso-bianco-rosso. La traccia, che spesso si fa labile, percorre, verso sud, il crinale che separa la val Fabiolo dalla bassa Valtellina. La salita avviene, in buona parte, in un bosco che, nelle belle giornate, appare pervaso di luce, in un’atmosfera di fiabesca bellezza. Ne l primo tratto sale con pendenza modesta, poi il crinale si allarga (attenzione alla traccia) e la pendenza si accentua. Superato, sulla sinistra, un modesto gradino roccioso, il sentiero raggiunge una pineta e prosegue quasi pianeggiante. Ignorata una deviazione a destra, torniamo a salire, mentre a destra si apre un primo scorcio della Val di Tartano. Nel fianco orientale della valle si nota l’imbocco della laterale val Vicima. Appare anche l’abitato di Campo Tartano e, sul sottostante fondovalle, lo sbarramento idroelettrico sul torrente Tartano.
Non è facile individuale dove sia esattamente il punto sommitale: di certo si trova nella bella pineta che stiamo attraversando. Il bosco regala senza dubbio suggestioni ed incantevoli giochi chiaroscurali, ma toglie molto valore panoramico alla cima. Poi il sentiero si affaccia al versante meridionale, che guarda su Campo. A qualche decina di metri di distanza, sulla sinistra, si trova una grande croce del Culmine di Campo, ben visibile da Campo, e collocata poco sotto la cima. Tornati sul sentiero, scendiamo, infine, facilmente al paese. Il sentiero è, nel primo tratto, assai ripido, ma si fa poi più dolce, fino a raggiungere le case più alte di Campo Tartano (m 1062).
Prima di tornare al parcheggio del cimitero, però, portiamoci a sinistra, alla bocchetta compresa fra i nuclei di Case e Somvalle: dai suoi prati si apre infatti un bel colpo d'occhio sul gruppo del Masino. Mancano all’appello diverse cime, ma, da sinistra, possiamo riconoscere, in primo piano, le cime della Merdarola (sciöme da merdaröla) e la costiera Cavislone-Lobbia, poi, in secondo piano, le più note cime del pizzo Porcellizzo (sciöma dò porsceléc'), dei pizzi Badile, Cengalo e Gemelli, dei pizzi del Ferro (sciöma dò fèr) e della cima di Zocca. I più famosi cima di Castello, punta Rasica e pizzi Torrone sono nascosti dalla costiera Arcanzo-Remoluzza. Occhieggiano appena, sulla destra, infine, il monte Disgrazia ed i Corni Bruciati.
CARTE DEI PERCORSI sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la mappa on-line |
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